Ulss 7, a vaccinazione di dipendenti comunali e amministratori scatena la polemica
E polemica attorno alla vaccinazione anti-Covid dei dipendenti comunali programmata ed effettuata dall’Ulss 7 Pedemontana con un blitz fra lunedì e martedì scorso: circa 500 le persone, non certo anziane e fragili, a cui è stata somministrata la dose di AstraZeneca per decisione dei vertici dell’azienda sanitaria.
Una scelta che fa discutere, tanto più se si pensa al numero di ultraottantenni e di persone fragili ancora in attesa del loro turno. “Li abbiamo inseriti d’urgenza per evitare due giorni di vuoto dopo la riabilitazione dell’Aifa” hanno spiegato al Giornale di Vicenza i vertici l’Ulss 7, spiegando che il tutto è nato come conseguenza dello stop al vaccino inglese che ha provocato “diserzioni” fra chi aveva l’appuntamento (insegnanti e altre categorie prioritarie) e ha costretto a ricorrere a delle liste di riserva con nominativi che si è scelto di individuare fra i dipendenti pubblici.
Peggio, c’è stato chi, come il vicesindaco di Arsiero Simone Mattielli, si è presentato nei giorni scorsi poco prima della chiusura al punto vaccini locale e ha chiesto se ci fosse una dose da iniettargli, senza ovviamente passare davanti a nessuno: detto fatto, è stato vaccinato con il vaccino Pfizer (utilizzabile con gli anziani) a 43 anni e ha confessato al quotidiano locale che così riuscirà, almeno spera, a convincere la madre (anziana e recalcitrante) a fare altrettanto. E ha raccontato pure di non essere stato l’unico ad aver avuto tale beneficio.
Sulla vaccinazione-lampo dei dipendenti comunali comunali a Thiene, invece, si è sentito in dovere di dare ai cittadini un chiarimento lo stesso sindaco Giovanni Casarotto, in particolare perché inizialmente era stata comunicata la possibilità di fare il vaccino anche agli amministratori e questo aveva scatenato le critiche delle opposizioni in consiglio comunale. Per Simone Furia, consigliere della Lega che insieme a qualche altro ha rinunciato alla vaccinazione, la vaccinazione degli amministratori sarebbe “un affronto a chi ne ha bisogno veramente” e “chi ha detto sì solo per il suo ruolo istituzionale ha l’obbligo di sentirsi amorale”.
La possibilità di vaccinare assessori e consiglieri sarebbe stata dovuta a un disguido di comunicazione fra Ulss e Municipio e va detto che a Thiene nessun amministratore è stato in realtà vaccinato. “Sabato mattina – spiega Casarotto – la dipendente del Comune ha parlato con l’interlocutore dell’Ulss Pedemontana e ha espressamente chiesto se la proposta di vaccinazione, le cui adesioni dovevano pervenire all’Ulss stessa con urgenza entro e non oltre le 10 di lunedì 22 marzo, era rivolta esclusivamente ai dipendenti o anche agli amministratori. La risposta è stata che era sicuramente auspicabile estenderla anche agli amministratori, considerato che per il proprio ruolo anch’essi vengono a contatto sia con i dipendenti che con i cittadini, analogamente ai dipendenti stessi”.
“L’operatrice dell’Ulss 7 – continua il sindaco di Thiene – si era tuttavia riservata di dare una risposta nel giro di una decina di minuti, specificando che in caso di silenzio sarebbe dovuto essere considerato un silenzio assenso. Pertanto la dipendente comunale, trascorsa una mezz’ora senza risposte dall’Ulss, ha con la massima urgenza inviato la comunicazione di invito ai dipendenti e agli amministratori”. Solo nel tardo pomeriggio di sabato è invece arrivata dall’Ulss il chiarimento che la vaccinazione era riservata ai soli dipendenti. “Come Comune – aggiunge Casarotto – abbiamo immediatamente scritto agli amministratori che c’era stato un errore di comunicazione tra Comune e Ulss, precisando che gli amministratori non dovevano presentarsi alla vaccinazione. Ovviamente tale comunicazione, visti i tempi strettissimi, è stata mandata individualmente solo a quanti avevano confermato la propria adesione e non a quelli che, pur avendo ricevuto la prima comunicazione rivolta a tutti, non avevano risposto o avevano risposto, ma declinando l’invito”.