Un brindisi silenzioso in memoria di Nicola, per decenni gestore del Bar Buzzolan
Lo storico gestore del Bar Buzzolan del centro di Thiene se ne è andato in punta di piedi durante i giorni di festa, prima della vigilia dell’anno nuovo, proprio lui abituato a lavorare duro in particolare nelle giornate e serate festive. Nicola Marchioretto, per decenni “oste” del locale fino al primi anni 2000, si è spento a 83 anni a Zanè, dove risiedeva con la famiglia. A quasi una settimana dalla sua morte e ad esequie celebrate nel Duomo di Thiene, a due passi dal locale oggi affidato a nuova gestione, la voce è circolata di bocca in bocca e sono intere generazioni a ricordare Nicola e il “Buzzolan” del secolo scorso, appuntamento fisso per i frequentatori del centro.
Un ricordo ancora vivo quello di Marchioretto, che gestiva il bancone del Bar Buzzolan – o “Bussolan” per chi mantiene radici più indietro nel tempo – e la grande sala ricavata nello spazio retrostante. E a modo suo lo faceva davvero bene, potendo contare su una dote innata, la personale inventiva, pur rispettando la tradizione di cui era intriso l’edificio solenne per architettura e storia sul Corso Garibaldi. Un personaggio che si potrebbe anche definire come un “precursore” dei tempi, che ha accompagnato per decenni una Thiene brulicante di gente come “vedetta” e insieme testimone dei tempi e delle abitudini dei cittadini. Dalla sua privilegiata posizione centralissima, dirimpettaia a piazza Chilesotti.
Non si esagera nel definirlo come una delle icone della città, viste le indiscutibili doti umane. Persona squisita e solare, possedeva un savoir faire d’altri tempi nel rapporto quotidiano coi clienti, generazioni di giovani e non solo, passati sotto sotto il suo sguardo. Ciascun thienese, a cavallo del secondo millennio, ha oltrepassato almeno una volta la soglia del bar e conosciuto un componente della famiglia Marchioretto, onnipresenti negli orari d’apertura del locale. Tanti i ricordi sparsi nel passato e nelle diverse generazioni, smossi dalle espressioni di stupore e al velo di malinconia – o forse nostalgia – una volta appreso della scomparsa di un uomo gentile e simbolo, per molti, di un attimo di relax o di una serata in compagnia. Da trascorrere da “Bussolan”, nella dicitura dialettale sicuramente più gettonata, e proprio per questo più intima nella memoria.
Da ricordare l’immancabile appuntamento con la cioccolata calda dopo la messa di Mezzanotte della vigilia di Natale, la caratteristica genziana ma anche il succulento toast farcito o il mitico gelato “arlecchino”: bevande e pietanze che fanno parte dell’immaginario collettivo dei frequentatori della vecchia gestione. Di cui sono in tanti a serbarne un ricordo di gioventù magari, o delle chiacchiere in compagnia di Nicola condite da rimproveri a volte per i più bricconcelli, oppure la sorella e il cognato che lo affiancavano a turno insieme ad altri membri di un’ampia famiglia. Così come negli affetti la moglie Mirella e le due figlie, che gli hanno regalato quattro splendidi nipoti, rendendolo un nonno felice e orgoglioso.
Seppur a distanza di qualche giorno, un cin dedicato alla sua memoria sarà sicuramente gradito da lassù. Meglio se sottovoce, per non disturbare gli altri tavoli.