50 volontari del soccorso alpino in cerca di sub dispersi, ma è una simulazione
La risorgenza Rio Torretta a Pedemonte di Valdastico ha ospitato sabato scorso un’esercitazione di soccorso speleosubacqueo realizzata dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas). Il luogo scelto per l’esercitazione si trova a 450 metri sul livello del mare.
La manovra simulava il mancato rientro di due speleosubacquei, che non avevano dato notizie di uscita per cui un amico ha dato l’allarme al soccorso speleologico.
Le squadre tecniche si sono alternate fino all’inizio dei tratti allagati per il trasporto dei materiali, lasciando poi l’esclusività delle operazioni ai tecnici speleosubacquei. In particolare sono state valutate due situazioni post-sifone in cui gli speleosub hanno dapprima cercato i dispersi, poi medicalizzati e condizionati prima di affrontare la via a ritroso.
L’evento ha visto coinvolte quattro commissioni operative del Soccorso speleologico, ciascuna per la propria competenza: la Commissione speleosubacquea (com Sub), che ha effettuato la manovra in acqua; la Commissione Medica (CoMed), che ha garantito la presenza del personale sanitario all’interno e all’esterno della grotta; la Commissione Comunicazione e Documentazione (Ccd) che ha provveduto a documentare l’evento fornendo notizie all’esterno e la Commissione Tecnica (Cts), che ha fornito un sistema di trasmissione dati che ha reso possibile la comunicazione video e dati dall’interno all’esterno della grotta, facendo giungere le informazioni anche in punti molto distanti dall’evento quali la Sicilia e l’Abruzzo.
Il sistema di trasmissione dati ha consentito di vedere dall’esterno della grotta alcune operazioni interne, quali la medicalizzazione dell’infortunato, momento fondamentale del soccorso speleologico.
La simulazione ha coinvolto una cinquantina di tecnici, provenienti da tutta l’Italia e ospitati dalla Delegazione veneta del Soccorso speleologico.