Due vallate unite nel dolore dopo la disgrazia sulla Ferrata dove è morta Martina
Martina Benedetti, 21 enne di Valli del Pasubio, è morta sul colpo dopo essere precipitata ieri dal tratto in ascesa verso la sommità del percorso attrezzato Ferrata delle Anguane. Si trovava sulle montagne vicentine di “confine” con il Trentino a cui era affezionata viste le sue origini, ma a 35 chilometri da casa, dai quei “suoi” monti intorno ai quali era cresciuta. Era in compagnia del padre Egidio, ieri, salito con lei per trascorrere una domenica di sole a fare ciò che le piaceva, vale a dire arrampicare.
La attendeva a fine percorso, fino alla notizia – terribile – che una giovane donna impegnata sulla ferrata era precipitata nel vuoto alle 13.20 per circa 150 metri sopra l’abitato di San Pietro di Valdastico: era proprio sua figlia, riconosciuta poi nel campo sportivo locale dopo il recupero con l’elisoccorso giunto da Treviso. Rimane da comprendere il motivo per cui una tragedia simile si è verificata, nonostante la salita attrezzata, in base alle testimonianze di altre persone impegnate come la giovane nella salita rocciosa.
Le varie ipotesi degli esperti di montagna e del percorso non trovano per ora conferma, ma sono passate solo poche ore da una disgrazia che ha scosso la comunità di Valli del Pasubio e quanti conoscevano Martina e la sua storia. Classe 2002, dopo gli studi superiori a Schio (Servizi per la Sanità e l’assistenza sociale al “Garbin”) aveva intrapreso nuove esperienze lavorative e dal luglio di quest’anno era stata assunta dal centro servizi per anziani La C.A.S.A. di Schio. Nel tempo libero, condivideva proprio con il padre la passione per la montagna e l’arrampicata. Già esperta, nonostante la giovane età.
Ogni tentativo di rianimarla, purtroppo, è stato reso vano dalle lesioni da impatto riportate sulle rocce e sul terreno 150 metri più sotto dal punto di caduta sulla Ferrata delle Anguane, meta di centinaia di climbers anche negli ultimi fine settimana di agosto e settembre. Percorso attrezzato ideato nel 2015 e aperto nel 2018, che anche ieri frequentato da più arrampicatori, alcuni dei quali sarebbero stati testimoni della disgrazia. Sul fatto indagano i Carabinieri della compagnia di Schio e della stazione locale di Arsiero, intervenuti sul luogo insieme al Soccorso Alpino e al team aereo di Treviso Emergenza con l’eliambulanza.
Per conoscere la data e le modalità della celebrazione del funerale si dovranno attendere ancora un paio di giorni con ogni probabilità, in attesa delle decisioni prese dalla Procura di Vicenza, informata dell’accaduto e che ha concesso il recupero della salma della 21enne. Tanto la vallata dell’Astico che quella del Leogra piangono una nuova e giovanissima vittima della montagna, unite nel cordoglio e nella preghiera.