Autolavaggio sotto sequestro: non scaricava le acque reflue in modo corretto
L’impianto di autolavaggio di Valdastico viene sottoposto a decreto di sequestro dalla Guardia di Finanza di Schio, in quanto ritenuto non in regola con le norme ambientali e per alcune autorizzazioni obbligatorie mancanti all’appello. Il blitz è avvenuto nei giorni scorsi al limite nord della vallata poco lontano dai confini con il Trentino, e si tratta di un’azione di tutela dell’ambiente a quanto pare inedita in questo ambito, in provincia, da parte dei finanzieri vicentini.
Ad effettuare il blitz sono stati i gli operatori delle Fiamme Gialle delle tenenza di Schio, con il supporto degli ispettori dell’Arpav, riscontrando sul posto delle irregolarità evidenti rispetto in particolare allo scarico delle acque reflue, vale a dire quelle “sporche” utilizzate nelle operazioni di pulizia delle auto della clientela.
L’impianto privato, secondo la nota della GdF giunta dal comando provinciale berico, oltre a non presentare il previsto certificato di autorizzazione unica ambientale noto con l’acronimo Aua da parte dell’ente Provincia, non aveva installato la vasca di separazione preposta alla separazione dell’acqua dalle sostanze chimiche potenzialmente inquinanti. Motivo per cui in seguito all’attività di autolavaggio i liquidi di scarto andavano a defluire direttamente nel terreno dopo il passaggio su due pozzi “perdenti” nel sottosuolo.
Una serie di violazioni ai danni dell’ambiente circostante che hanno imposto, su ordine della Procura berica, sia il sequestro probatorio dell’impianto che la denuncia della società che lo gestisce nella vallata. La persona inquisita è una donna, in qualità di legale rappresentante della ditta che gestisce l’autolavaggio, della quale non sono state rese note le generalità. Due le violazioni al Testo Unico Ambiente che le saranno contestate, interconnesse l’una all’altra: scarico di acque reflue industriali non autorizzato e violazione dei divieti di scarico in strati superficiali e sotterranei.