Torna l’emozione del presepe bulgaro, la natività voluta dall’Angelo del Pasubio Don Galloni
Tra le tante natività che in queste settimane sono luogo di visita da parte di persone di ogni età, affascinate dalla magia e dalle emozioni di una rappresentazione capace di essere sempre attuale oltre ogni mondanità, è senz’altro un’opera d’arte unica nel suo genere il presepe bulgaro in Villa Montanina a Velo D’Astico.
Una composizione che ormai viaggia verso il secolo di vita, la natività bulgara fu commissionata da Don Francesco Galloni – pluridecorato alpino “angelo” del Pasubio – nel 1931 a Sofia mentre si trovava in missione ecumenica. E quelle statue lignee, intagliate con talento e passione da scultori di Ortisei su disegno dello stesso prelato, divennero già all’epoca simbolo inequivocabile e ponte di pace tra Oriente e Occidente: il mistero di un bambino avvolto in fasce, inerme e apparentemente fragile, eppure così potente nell’essere messaggero d’amore, oltre la fede e ogni umana divisione.
Una settantina di figure alte fino a 60 centimetri che all’arrivo dei carri armati sovietici vennero rapidamente trasferite appunto a Velo D’Astico, dove nel frattempo monsignor Galloni aveva acquisito e restaurato i locali della Villa che fu commissionata dal Fogazzaro in persona, ora sede dell’Opera Italiana Pro Oriente fondata da Galloni stesso e casa delle Figlie di S. Maria Annunciata. Una scenografia, quello del presepe, dove trovano spazio pastori coi costumi tipici dei lavoratori della terra bulgari dell’epoca tanto quanto animali, d’allevamento e persino belve feroci: non in quella notte santa dove anche loro, secondo le scritture, furono rese miti da quella nascita che avrebbe cambiato il mondo per sempre. E per chi volesse visitare questo gioiello d’arte, è possibile farlo tutti i giorni dalle 15 alle 16.30 festivi compresi: fino al 2 febbraio che – data scelta non a caso in quanto trascorsi esattamente 40 giorni dopo il Natale – rappresenta la Presentazione di Gesù al Tempio.
Foto V. Fabrello e M. Polelli