Maxi frode allo Stato da 2,7 milioni “made in China”. Sequestrati vini pregiati e Mercedes
La Guardia di Finanza di Thiene toglie anche i “brindisi” ai cittadini cinesi coinvolti in una frode alle casse pubbliche dell’erario italiano, per un giro da 2,7 milioni di euro messo in piede attraverso fatture fittizie, società cartiere e documentazione fiscale farlocca. Tra i beni sequestrati al titolare della ditta di lavorazioni meccaniche di precisione con sede a Villaverla e altri 5 “amici” coinvolti nel malaffare, risultano anche 200 bottiglie di vino di alta qualità (amarone e sassicaia in particolare), considerate beni di lusso e quindi di un valore tale da contribuire alla costituzione dell’ammanco stimato.
Si parla in questi casi di sequestro preventivo per equivalente che, in caso di condanna dei sei indagati, andrà a costituire un “tesoretto” a cui lo Stato andrà ad attingere per rivalersi del danno economico subito con dolo. Ricostruiti i flussi di denaro “mascherati” e una serie di prelievi di contanti utilizzati poi per finire in costi esteri o per l’acquisto di beni di lusso. Tra questi, anche due vetture Mercedes e una Range Rover di alta cilindrata.
Il blitz nell’azienda Srl è stato portato a termine nei giorni scorsi dai militari delle Fiamme Gialle in forza alla tenenza di Thiene. Il “canovaccio” della condotta illecita posta in essere è quello noto quanto elaborato che fa leva sul “flipper” di fatturazioni tra entità produttive e di servizi di fatto inesistenti, al solo fine di evadere le imposte, l’Iva in particolare, facendo lievitare nella contabilità (alla voce dei passivi) dei costi in realtà mai sostenuti. Per dare un dato, i finanzieri hanno stimato in 8,5 milioni euro in cinque anni (dal 2018 al 2023) di attività il flusso di denaro tra 6 imprese gestite da “titolari” sulla carta, si presume quasi tutti dei prestanome, e tutti nati in Cina.
“In sintesi, le attività svolte hanno permesso di individuare un articolato sistema di frode fiscale – si legge nel report della GdF provinciale – perpetrato da numerose imprese riconducibili a cittadini cinesi, incentrato sull’emissione e utilizzo di fatture fittizie emesse da imprese, dislocate su varie provincie e località del territorio nazionale, riconducibili a “prestanomi”. L’evasione fiscale ha permesso anche di effettuare prestazioni di servizio, nei confronti soprattutto di imprese nazionali, praticando, in alcuni casi, prezzi concorrenziali grazie alla contabilizzazione di costi inesistenti”.
A seguito delle indagini svolte, il Gip del Tribunale di Vicenza, su proposta della Procura ,ha emesso un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, per l’importo di oltre 2,7 milioni di euro (in pratica il profitto del reato ipotizzato, calcolato sul totale in termini di Iva e altre imposte minori). In casa del titolare dell’azienda di Villaverla – il nominativo è mantenuto per ora sotto riserbo, ma si tratta di un uomo di mezz’età che vive con moglie e figli a Dueville – i finanzieri hanno messo i sigilli a vari beni, tra cui 140 mila euro in banconote contanti.
In tagli da 20, 50 e 100 euro. Oltre al denaro liquido, sequestrati i conti correnti per circa 835 mila euro, gli edifici immobili di proprietà tra cui la villa di residenza, 5 automobili e macchinari vari, oltre alle già citate bottiglie di vino. Anche il capannone sede d’impresa, pur se formalmente intestato ai genitori del denunciato (residenti in Cina), è stato inglobato nel maxi sequestro. Il blitz dei militari del 117 è andato a segno giovedì all’alba della scorsa settimana, in casa e nella sede di lavori collegate all’imprenditore, con alle sue dipendenza una ventina di lavoratori.