Missionario laico in fuga da Goma in mano ai ribelli: “Un inferno, ma ora siamo al sicuro”
“Siamo traumatizzati, le bombe sono cadute vicino a noi. Ma ora siamo al sicuro”. Il missionario laico vicentino Marco Rigoldi e la giovane moglie Arielle Angelique, in stato di gravidanza, sono riusciti a trovare un rifugio sicuro a Kigali, capitale del Ruanda dove vivono oltre un milione di persone. La coppia con il primogenito in arrivo è fuggita in auto dal Congo: prima da Goma, dove ha sede il centro di sostegno dedicato a bambini e bambine di strada fondato dal giovane di Novoledo, raggiungendo Gisenyi nello scorso fine settimana, dove ha trovato ospitalità nella cittadina oltre il confine. Località per un giorno rimasta al riparo dalla guerriglia in corso a pochi chilometri, a sua volta bombardata tra domenica e lunedì e divenuta luogo rischio per gli attacchi incessanti dei ribelli.
Dopo una giornata di terrore che Marco Rigoldi descrive di proprio pugno in un testo diffuso stamattina, con tanti parenti amici in apprensione in Altovicentino in attesa di loro notizie, il 29enne originario di Villaverla e la moglie hanno deciso di tentare una seconda fuga per mettersi in salvo. Un’azione rischiosa ma necessaria, riuscita con esito positivo stando agli aggiornamenti giunti attraverso le stesse parole del missionario vicentino, schivando i colpi di mortaio.
Una volta raggiunta la capitale ruandese e trovato un luogo sicuro dove pernottare, grazie al supporto di ambasciate e Nunziatura apostolica, i due hanno deciso di rimanere in loco e non cercare per ora un volo per il trasferimento verso l’Italia, viste le condizioni di salute di Arielle, in attesa di un bimbo alla trentacinquesima settimana di gestazione. Riportiamo la lettera scritta da Rigoldi per esteso, contenente anche i ringraziamenti alla Diocesi e alle autorità politiche italiane e locali e chi si sta prodigando per garantire loro sicurezza. Oltre a chi sta pregando per loro, e per le persone a loro care rimaste nel centro in Congo a presidio di “Casa Goma”.
Cari amici,
con il cuore ancora colmo di emozioni forti e contrastanti, desidero aggiornarvi su quanto accaduto negli ultimi giorni. Come molti di voi già sanno, la mia missione si trova a Goma, in Congo, dove opero come missionario laico Fidei Donum insieme a mia moglie Arielle Angelique, che è alla 35esima settimana di gravidanza. Purtroppo, la situazione nella città è degenerata rapidamente a causa dei continui attacchi dei ribelli, trasformando Goma in un teatro di guerriglia, coinvolgendo anche moltissimi civili.
Di fronte a questa emergenza, siamo stati costretti a cercare rifugio a Gisenyi, una città limitrofa già in territorio ruandese. Tuttavia, anche questa città, che inizialmente ci era sembrata sicura, è stata attaccata ieri, 27 gennaio, attraverso spari, colpi di mortaio e svariate tipologie di bombe provenienti dal Congo. Il caos e la violenza ci hanno travolti: esplosioni, proiettili e terrore hanno trasformato quel rifugio in un inferno. Nonostante tutto, la speranza non ci ha mai abbandonato. Le nostre preghiere, unite a quelle di tutti
coloro che ci vogliono bene, ci hanno dato forza. Dopo essere rimasti per 6 ore seduti a terra, con un materasso sopra la testa, nel corridoio di casa di una donna straordinaria che ci ha ospitati a Gisenyi ed aver rischiato la morte numerose volte (a causa delle decine di bombe che cadevano a pochi metri da noi), sotto le continue esplosioni e le pallottole abbiamo trovato il coraggio di prendere le valigie e fuggire in macchina a tutta velocità. Con l’aiuto di questa persona, io, e mia moglie Arielle Angelique ed il nostro bambino in arrivo, siamo riusciti a raggiungere Kigali, la capitale del Ruanda, questa notte passata.
Congo, ribelli alla conquista di Goma: il vicentino Marco Rigoldi in fuga con la moglie Arielle
Oggi, quindi, ci troviamo a Kigali, ancora scossi per quanto vissuto e con il pensiero rivolto a tutte le persone rimaste a Goma, nella speranza di poterle riabbracciare presto. Purtroppo, molti non hanno avuto la nostra fortuna, e il nostro cuore è con loro, con chi ha perso tutto e con chi vive ancora nel terrore. Al momento, non abbiamo ancora certezze sul nostro domani. A causa delle condizioni di Arielle Angelique, un viaggio in Italia sarebbe troppo rischioso, per cui prevediamo di rimanere a Kigali, almeno per ora.
Voglio però dedicare un momento a ringraziare di cuore tutti coloro che si sono mossi per noi in questi giorni difficili: I collaboratori di Casa Goma, l’associazione che ho fondato in Congo, che non smettono di essere presenti nel nostro centro per mantenerlo quanto meno in sicurezza, dandoci informazioni sulla situazione costantemente. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e l’Unità di Crisi che, istituzionalmente, si sono attivati per offrirci supporto.
L’ambasciatore Sabato Franco Sorrentino e l’ambasciata d’Italia a Kinshasa che ci hanno fatto sentire supportati concretamente anche sul territorio mentre le bombe cadevano attorno a noi. L’ambasciata d’Italia in Uganda (con competenza anche in Ruanda) che si è resta disponibile a supportarci in caso di bisogno. Il Vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto, il direttore dell’ufficio missionario diocesano Agostino Rigon e tutta la Diocesi di Vicenza che hanno seguito ogni nostro movimento e continuano ad aiutarci anche qui a Kigali.
La Diocesi di Kigali che, attraverso il collegamento con la diocesi di Vicenza, ci sta offrendo aiuto e supporto. La Nunziatura Apostolica del Ruanda, che si sta preoccupando per noi con grande attenzione e sensibilità dandoci supporto.
A tutti voi che ci avete scritto, che avete pregato per noi, che ci avete sostenuto in ogni modo: grazie di cuore. La vostra vicinanza ci ha dato forza e conforto in momenti in cui sembrava che tutto stesse crollando, che la vita stesse finendo. Continuiamo a pregare e a sperare per chi è rimasto a Goma, per il futuro della nostra missione, del nostro centro per i bambini e bambine di strada e dell’associazione Casa Goma. Non smetteremo mai di credere nella possibilità di un domani migliore e, questo momento passato,
resta e resterà la prova che il Signore è presente in mezzo a noi e ci sostiene in mille maniere. Con affetto e gratitudine, Marco Rigoldi