Addio al centenario Sante Artuso, ultimo testimone in paese dell’orrore della guerra
I canti degli Alpini nel cuore, il copricapo delle Penne Nere sempre con lui. Se ne è andato in silenzio a fine luglio e sarà salutato domani mattina nella “sua” Zugliano Sante Artuso, ultracentenario del pase – ne avrebbe compiuti 102 a breve – e ultimo testimone dell’orrore della guerra e dei campi di prigionia nazisti.
Più volte nel corso della sua vita da sopravvissuto dopo la Seconda Guerra Mondiale, nonno Sante era stato invitato in occasione di celebrazioni e incontri sulla storia legata ai conflitti bellici planetari. Tutti lo conoscevano e rispettavano, a Zugliano e Grumolo Pedemonte, la frazione dove aveva vissuto a lungo.
Da giovanissimo, poco più che ventenne, fu deportato come prigioniero in Germania dalle truppe naziste e internato in un lager, riuscendo a sopravvivere. Una volta tornato in Italia si sposò con Maria, mancata da tempo, dando inizio alla progenie che lo ha sostenuto fino all’ultimo. Da anni Sante era costretto a muoversi su una carrozzina, ma era rimasto lucido fino al secolo di vita, testimone preziosi di quanto aveva vissuto in prima persona.
Stamattina alle 10 si tiene il funerale solenne nella chiesa proprio di Grumolo, tra le colline delle Bregonze che tanto amava. A ricordarlo con affetto in questi giorni a nome dell’intera comunità locale è anche il sindaco di Zugliano, Sandro Maculan. Proprio qui in occasione del suo 100° compleanno l’anziano più longevo del paese era stato festeggiato in musica, con il corpo bandistico a suonare per lui. Oggi, ad accompagnare il feretro, ci saranno i quattro figli con le rispettive famiglie e ben dodici tra nipoti e pronipoti.