Dagli Stati Uniti a Zugliano ripercorrendo le orme del partigiano Fabris, il parente eroe
Dagli Usa a Zugliano, attraversando l’Oceano Atlantico e oltre 70 anni di storia. E’ un viaggio oltre il tempo quello che ha intrapreso Lucia Marie Kloster, cittadina americana discendente di avi vicentini, giunta al punto di approdo nell’Altovicentino per ripercorrere le orme di Alfredo Fabris, ero partigiano ucciso nel 1945 dopo un rastrellamento nazista. Un prozio che la signora Kloster ha avuto modo di rintracciare e conoscere attraverso il web e una fitta rete di comunicazioni con il professor Ferdinando Offelli, fino a decidere di “spiccare” il volo verso l’Italia, il Veneto e Zugliano appunto, visitando luoghi storici e ripercorrendo le tappe della sua famiglia d’origine.
Il “gancio” due anni fa appena, grazie alla rivista web Thienet curata dall’insegnante. All’interno dell’edizione digitale Lucia Marie legge una recensione di uno scritto su maestro di scuola divenuto eroe, che portava un cognome a lei familiare. E che fu insignito della Medaglia d’oro al valore alla Resistenza. Ne nasce un moderno – e tecnologico – scambio epistolare, e da qui la ricostruzione puntuale dell’albero genealogico della stirpe Fabris, di origini vicentine. Il Giuseppe emigrò con la moglie negli Stati Uniti, nello stato del Vermont, dando vita a una discendenza con dna vicentino che evidentemente ha smosso la donna americana ad approfondire le proprie origini.
Alfredo Fabris, secondo la ricostruzione storica, era uno dei componenti della Brigata Mazzini a fianco di Silva e Giacomo Chilesotti. Fu catturato nella primavera del 1945, e ucciso in prigionia il 27 aprile dello stesso anno: uno dei cinque sacrifici umani che Zugliano tributò e pianse in quei terribili giorni di fine guerra.
Proprio al martire partigiano si deve, tra l’altro, il nome di battesimo del padre di Lucia Marie Kloster – Alfredo Teodoro Fabris -. Nel corso del viaggio in Europa compiuto di recente, non poteva mancare una tappa di tre giorni a Zugliano e dintorni. Visitando i luoghi dove visse e morì l’illustre antenato, incontrando iparenti vicentini che volentieri hanno condotto la donna nella chiesa dove si sposarono i nonni prima di emigrare in America, il ristorante che ospitò il pranzo nuziale, la casa sul Monte di Calvene dove il prozio fu catturato dalle forze naziste e il luogo dove trascorse i suoi ultimi giorni da prigioniero, a Longa di Schiavon. Fino al punto esatto, sulle sponde del fiume Astico, dove il partigiano fu assassinato, in territorio di Sarcedo e ove permane un cippo a commemorarne la memoria. Lì, raccolta in preghiera e mostrando una profonda commozione, la discendente commossa ha deposto un fiore.
La visitatrice è stata anche accolta dal sindaco Sandro Maculan accompagnato dagli assessori di giunta. Non solo per mostrare li onori di casa, ma anche per aprire l’archivio storico che riguarda Fabris, un repertorio ricco di foto e documenti d’epoca tra cui l’epigrafe, incontrando la signora Kloster in Villa Giusti Suman.