Apicoltore a Valdagno, guida ambientale nel mondo. L’eclettismo di Michele Maria Franceschi


La poliedricità è una caratteristica che ritorna costantemente sulle colonne di questa testata. Michele Maria Franceschi ne è l’ennesima riprova: egli infatti non è solo dottore forestale ed apicoltore, ma anche guida ambientale escursionistica. Radio Eco Vicentino, pertanto, non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di intervistarlo. L’eclettico valdagnese, ospite di Mariagrazia Bonollo e Gianni Manuel, si è raccontato ai microfoni della rubrica “Parlami di Te“.
E’ nativo di Contrada Lucchetta, ma “ho vissuto alcuni anni in Zambia e in Mozambico – racconta -. Quando sono tornato ho deciso che l’unico posto dove potevo vivere era la rive gauche della Valle dell’Agno sopra i 500 metri di quota. Ho continuato a cercare finché ho trovato casa in Contrada Rossati”. All’età di 27 anni approda in Africa, dove “all’inizio dovevo occuparmi di agricoltura sostenibile. Ho iniziato, poi, ad occuparmi di microcredito e, nell’ultimo periodo, anche di turismo e progetti di sviluppo”.
Forte di una laurea in scienze forestali, e specializzato in economia dei paesi in via di sviluppo, Michele ha dato il suo personale contributo in tema di sviluppo agricolo in Africa: “Ho introdotto gli asini nella valle dello Zambesi”, dichiara. In questo, confessa, “c’è anche un aspetto antropologico che mi intriga molto. In quella zona tutti i lavori agricoli venivano fatti dalle vacche. Il problema è che le vacche sono solo degli uomini. Importando un animale estraneo alla cultura locale, si sono rimescolate le carte. Tra l’altro, dal momento che le zebre non vengono mangiate, neanche gli asini vengono mangiati. E questo è un altro valore aggiunto”.
Quest’esperienza gli ha lasciato un grande amore per quelle terre. “Ma anche la voglia -aggiunge – di dare degli strumenti affinchè le popolazioni locali possano fare il loro sviluppo, come vogliono loro”. Tornato dall’Africa, Michele si dedica ad animali decisamente più piccoli, le api. E non è un caso: “Le api mi sono state regalate per la prima volta quando avevo 11 anni. Fino al 2010 era un hobby. A causa però della crisi economica e dell’ebola, che mi hanno impedito di lavorare come guida, ho dovuto trovare qualcosa da fare per portare a casa la pagnotta. Pertanto mi sono reinventato apicultore e ho aperto un’azienda agricola con fattoria didattica“.
Come è stato anticipato all’inizio, Michele è anche una guida ambientale ed escursionistica. Questa attività gli ha consentito di girare il mondo, e tra le tante parti di mondo da lui visitate, e fatte visitare, c’è il Kazakistan. “Il problema è che è grande 9 volte l’Italia. Ne abbiamo visto un pezzetto che è affacciato sul mar Caspio, che si chiama Mangystau. Lì si trova la depressione caspica e ci sono fenomeni geologici incredibili, bellissimi”. Esperienze come questa sono molto particolari: “Ci spostiamo con le jeep. Tutte le sere facciamo i campi e poi, di giorno, andiamo a camminare portandoci le tende appresso”.
Tornando all’azienda agricola, questa non è l’unica struttra che Michele ha al suo attivo. Ad essa, infatti, si aggiunge una fattoria didattica, il cui nome è ‘Tiglio e quercia’. I numeri dei visitatori sono ragguardevoli: “In un anno vedo passare più o meno 800-900 ragazzi. La fattoria ha una prevalenza apistica, quindi è incentrata sulle api, ma c’è anche un laghetto didattico. Vicino c’è pure uno dei principali siti fossiliferi del Vicentino, che sono le Fosse di Novale. Poi ci sono anche il frutteto e il pollaio didattico. Il periodo di permanenza dei ragazza va da mezza giornata ad una giornata intera”.
“Poi – aggiunge -, oltre alla scuola come la si intende di solito, abbiamo spesso scambi internazionali, quindi gruppi di ragazzi stranieri che vengono in visita. Hanno di solito dai 16 ai 25-30 anni. E poi abbiamo anche molti adulti. Ogni tanto ci sono anche cooperative sociali che vengono”. Una realtà che è in continua evoluzione: “Adesso stiamo ultimando un micromuseo, o casa museo, per far vedere come erano gli ambienti di inizio Novecento che ormai non si vedono più”. Ma, in conclusione, anche lo stesso Michele è in continua evoluzione: “Ultimamente – confessa – mi sto divertendo a fare anche il formatore di chi vuole diventare guida naturalistico ambientalistica”.
Gabriele Silvestri