Inquinamento da Pfba dal cantiere Spv? I sindaci: “Pulita l’acqua di acquedotto”
Fa discutere il caso dell’acqua contaminata da Pfas di seconda generazione (i famigerati Pfba) nelle acque a ridosso del cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta fra Malo e Castelgomberto. Ad accendere le polveri, la consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda: “Il monitoraggio da parte di Arpav sembra fornire dati preoccupanti. La Regione informi il Consiglio e i cittadini sui rischi concreti e intervenga per evitare un ulteriore disastro”.
La vicenda è presto riassunta: i tecnici dell’Arpav, l’agenzia regionale per l’ambiente, hanno evidenziato una fonte di contaminazione vicino ai lavori di realizzazione del tunnel per la Pedemontana tra Malo e Castelgomberto, tirando in ballo il concessionario della Spv, ossia il consorzio Sis. Secondo quanto riportato dalla testata on line Vicenza Today in prossimità del cantiere sono state infatti riscontrate concentrazioni nelle acque di drenaggio per oltre 13mila nanogrammi per litro. Il Comune di Castelgomberto ha ordinato la chiusura di due scarichi “non autorizzati”, mentre la Provincia il 2 luglio ha diffidato Sis, chiedendo al concessionario Spv di stendere una relazione e di realizzare un piano affinché i reflui non sforino un valore di prima precauzione (fissato a “500 nanogrammi per litro”). Sis ha però rispedito al mittente i sospetti di inquinamento delle acque sotterranee e superficiali collegate al torrente Poscola, ma sulla vicenda si è tenuto a Venezia un incontro il 26 luglio, presso l’assessorato regionale all’ambiente.
Cristina Guarda intanto ha presentato una interrogazione in Consiglio regionale “affinché la Regione indichi chiaramente quali azioni intenda intraprendere nei confronti di Sis”. “Risulta necessario – spiega la consigliera di Europa Verde – monitorare lo stato di contaminazione delle acque anche negli altri cantieri, in particolare nell’altro lato della galleria in zona di Malo, nelle bocche della Vallugana e di San Tomio. Non scordiamo inoltre che la zona interessata dalla contaminazione si trova nell’area Sic della Poscola, zona di pregio ambientale censita dalla Unione Europea e che alcuni abitanti parlano di una strana moria di pesci e ratti immersi nelle acque della zona coinvolta nei controlli”.
“Si apprende – prosegue Guarda – che le concentrazioni di Pfas riscontrate nelle acque di drenaggio della zona in questione supererebbero i 13mila nanogrammi per litro, una quantità devastante! Perché attendere? Poiché sembrerebbe che la causa di questa concentrazione possa essere un prodotto specifico utilizzato da Sis nei cantieri per la Spv, è necessario che la Regione richieda a Sis l’elenco dei cantieri dell’intera Pedemontana nei quali è stato utilizzato questo prodotto causa di sversamento di Pfas di nuova generazione. Ricordo che la Pedemontana è un’opera seminterrata, a breve distanza dalle falde acquifere del Veneto e che rischia di contaminare tutta la tratta, da Spresiano fino a Montecchio Maggiore”.
Ieri sulla vicenda il sindaco di Castelgomberto, Davide Dorantani si era visto costretto a specificare sulla pagina Facebook comunale che “l’acqua dell’Acquedotto è potabile e non vi è alcuna correlazione fra i rilievi dell’Arpav, tuttora in corso, e la rete acquedottistica”. Questo perché la presenza di agenti inquinanti riguarda acque superficiali. mentre l’acqua dell’acquedotto distribuita da ViAcqua attinge da fonti sicure e non da acque superficiali. A confermalo è direttamente l’ente gestore:. “L’acqua distribuita a Castelgomberto – aveva precisato infatti ViAcqua – viene captata dalle sorgenti di Montagna Spaccata a Recoaro”.
Il presidente di ViAcqua Giuseppe Castaman aveva aggiunto: “Eseguiamo periodicamente campionamenti e analisi approfondite per accertare la qualità dell’acqua distribuita. I dati così raccolti ci restituiscono, ad oggi, una situazione di assoluta sicurezza dell’acqua erogata nel comune di Castelgomberto”. Quanto allo sversamento nel rio Poscoletta e la relativa ordinanza emessa dal sindaco (con la quale si ordina alla Sis la rimozione ed avvio a recupero o lo smaltimento dei sedimenti depositati e la rimozione di tutti i sistemi di scarico diretto delle acque meteoriche), il Comune ha spiegato di essere in costante contatto con Arpav che ha eseguito e continua eseguire rilievi per accertare la portata della presenza degli agenti inquinanti.
Marsetti (Malo): “L’acqua è sicura, no allarmismi”
Oggi poi è toccato al sindaco di Malo, Moreno Marsetti, intervenire: “l’amministrazione comunale si è immediatamente adoperata a richiedere i dati relativi alle analisi del prelievo eseguito dal personale tecnico di Arpav e le analisi della rete idrica eseguite dai tecnici di Viacqua. Oggi è pervenuta una nota da Arpav che evidenzia che il valore del parametro Pfba (PerfluoroButanoic Acid) non supera la concentrazione limite di 0,5 microg/litro (500 ng/litro) stabilita nella nota 8584/STA dell’11 maggio 2016 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, rilasciata in base al parere dell’Istituto Superiore di Sanità”.
“Abbiamo richiesto un parere ai tecnici Viacqua – prosegue il primo cittadino maladense – riguardo la potabilità della rete acquedottistica del Comune e la rete acquedottistica proviene in gran parte dal sistema consortile dell’Astico. A partire da questi punti, la risorsa idrica viene convogliata ai serbatoi intercomunali e successivamente nella complessa rete di ridistribuzione del Comune di Malo. I valori medi riscontrati da Viacqua sono inferiori ai 0,5 microgrammi /litro”.
Anche in questo caso interviene direttamente il presidente di Viacqua, Giuseppe Castaman: “Eseguiamo periodicamente campionamenti e analisi volte ad accertare la qualità dell’acqua distribuita nei 68 comuni in cui gestistiamo il ciclo idrico integrato. Il Comune di Malo, in particolare, viene approvvigionato tramite il sistema consortile dell’Astico i cui pozzi sono localizzati principalmente nel territorio di Arsiero. A questi si aggiungono i serbatoi scledensi Sessegolo e Magrè, riforniti dalle sorgenti della Val Leogra e del Pasubio. I dati fin qui raccolti ci restituiscono l’assoluta potabilità e sicurezza dell’acqua erogata a Malo”.
“Tranquillizzo quindi la cittadinanza – sottolinea il sindaco Marsetti – sulla potabilità dell’acqua, visti i parametri nella norma forniti dai due enti preposti. Li ringrazio per la loro tempestiva collaborazione e assicuro che l’allarmismo che si è creato non ha nessun fondamento”.