Il Comune si prende la moschea: “Stabile ad uso artigianale, non può essere un centro di preghiera”
La moschea diventa di proprietà del Comune. A Cornedo, l’amministrazione è «entrata in possesso», sequestrandolo e modificandone anche l’atto di proprietà catastale, del seminterrato di un capannone di Spagnago acquistato in passato dall’associazione islamica El Nour, e usato per le cerimonie religiose: «Era a destinazione d’uso artigianale, e aveva problemi di sicurezza» spiegano dal municipio. Il sindaco Martino Montagna ha comunque dato tempo alla comunità islamica fino al 9 febbraio per liberare autonomamente i locali: quel giorno è prevista la sentenza al Tar Veneto del ricorso presentato dall’associazione stessa, contro l’immissione in possesso da parte dell’ente.
La vicenda della moschea di via Ortigara, a Spagnago, continua da parecchi mesi. L’anno scorso contro il sequestro da parte del Comune l’associazione El Nour aveva presentato un ricorso straordinario anche al presidente della Repubblica. Mercoledì il sindaco Martino Montagna, l’assessore alla Sicurezza Francesco Lanaro e alcuni vigili del comando municipale sono andati nello stabile, per cambiare le serrature. «L’immobile acquistato dai musulmani – fanno sapere dal Comune – ha una destinazione urbanistica artigianale/produttiva. Non conforme all’attività culturale e religiosa svolta all’interno, che è stata accertata ufficialmente dagli agenti del Consorzio di Polizia Locale. Successivamente, un’ordinanza del sindaco di ripristino e sgombero dell’immobile dai suppellettili religiosi non è stata ottemperata entro i 90 giorni di tempo e, di conseguenza, come previsto dalla legge, l’immobile è ora diventato di proprietà comunale».
Dopo i 90 giorni all’associazione è stato dato un mese di tempo per liberare l’immobile, in scadenza mercoledì. «Si è proceduto – dichiarano dall’amministrazione – all’immissione in possesso ribadendo agli islamici che stanno occupando abusivamente l’immobile che, anche catastalmente, non risulta più di loro proprietà. Ora si intende aspettare l’esito dell’ultimo ricorso al Tar per procedere poi senza ulteriori lungaggini all’occupazione fisica dello stabile, altrimenti non si esiterà a sporgere denuncia penale per occupazione abusiva di luogo pubblico». Il seminterrato è stato ritenuto non idoneo all’uso religioso anche per «evidenti carenze normative soprattutto sulla sicurezza, così come accertato recentemente dai vigili del fuoco: non è adatto ad ospitare raduni di persone che, per eventi come la festa del sacrificio o il Ramadam, si ritrovano anche in 200, 300 unità».
L’ente comunale fa comunque sapere di voler continuare il dialogo con la comunità islamica. «Il Comune – dichiarano Montagna e Lanaro – sta agendo senza pregiudizio e nel pieno rispetto delle leggi, che devono essere al di sopra di chiunque e rispettate da tutti; non c’è volontà di penalizzare nessuno, anzi si ritiene di aver agito per il bene e la sicurezza di tutti. E’ comunque volontà di questa amministrazione cercare di dialogare con la comunità musulmana per cercare di trovare una soluzione alternativa attraverso l’aiuto di enti, istituzioni e volontari: al fine di risolvere una questione che riguarda tutta la valle dell’Agno, e tenendo presente che in quest’ultimo periodo sono arrivate proposte concrete, anche da parte di un noto imprenditore valdagnese».