Decoro urbano, aree off limits per i nomadi. Valzer di sgomberi a Valdagno e Recoaro
Si moltiplicano le ordinanze di sgombero delle aree di sosta utilizzate dalle comunità nomadi nella Vallata dell’Agno. Le ordinanze recenti riguardano i territori comunali di Valdagno e di Recoaro Terme, dove rispettivamente il sindaco Giancarlo Acerbi e il commissario prefettizio Renata Carletti sono stati i firmatari di due ordinanze distinte a sancire e far rispettare il divieto di campeggio per autocaravan e affini.
In un mese e mezzo dai primi di giugno, nella sola Valdagno, i quattro clan presenti erano stati identificati per 35 volte e avevano collezionato 15 infrazioni rilevate dalla polizia locale Valle Agno. A questi erano state contestate violazioni in tema di abbandono rifiuti, deiezioni su suolo pubblico e irregolarità nello sversamento dei reflui.
Territori off limits insomma per le famiglie di origini sinti e senza dimora dichiarata, di fatto sfrattate dai parcheggi delle due cittadine del Nord-Ovest della provincia dove, peraltro, regolamenti alla mano non avevano diritto a sostare. Suscitando le proteste di residenti e operatori commerciali. Ad accertare la presenza di auto, camper e roulotte in varie occasioni nel corso dell’estate sono stati gli agenti del consorzio di polizia, informando gli amministratori degli enti locali dei (non) movimenti dei veicoli in infrazione.
Per quanto concerne Valdagno, la più recente ordinanza è stata firmata lo scorso 23 luglio dal sindaco Acerbi (del 5 giugno la precedente), autorizzando lo sgombero immediato delle aree occupate abusivamente dai nomadi di varie famiglie, Helt e Cari le più note, che trasgredivano a una delibera di giunta risalente al 2013. Provvedimento giustificato da ragioni di natura igienico-sanitaria e di tutela del decoro urbano, non disponendo in città di aree pubbliche strutturate per il soggiorno stanziale. Numerose le lamentele raccolte in quei giorni e provenienti dai cittadini, in particolare da Piana e Ponte dei Nori. Quattro camper occupavano il suolo pubblico senza averne titolo fino due settimane fa di fronte al cimitero cittadino (in via Regina Margherita), in via Crispi nella piastra polivalente, in via Menato e via Borga. Alle disposizioni di immediato allontanamento dal centro abitato, i clan stavolta hanno acconsentito evitando così la rimozione coattiva dei loro veicoli, di fatto spostando il problema, per un valzer di sgomberi periodici ormai divenuto una fastidiosa – per agenti e amministratori locali – consuetudine.
Di rimbalzo, la “patata bollente” è passata una manciata di chilometri più a nord, a Recoaro dove la presenza dei nomadi risultava di norma meno frequente. Lo scorso 7 luglio, però, il commissario straordinario aveva messo nero su bianco l’ordinanza che imponeva il “divieto di stazionamento e sosta permanente” al di fuori delle aree attrezzate. In pratica, un no imperativo ad occupare spazi pubblici o privati non autorizzati nella città termale, dove la vocazione turistica invece presuppone l’allestimento di zone attrezzate per il campeggio come l’area camper di via della Resistenza, dedicata però a visitatori con soggiorno limitato e con regole chiare di decoro da rispettare, sistematicamente disattese dai nuclei famigliari nomadi. Una convivenza assai difficile, insomma, tra la comunità “itinerante” da una parte, e l’accoppiata cittadini-residenti dall’altra. Tanto da far scattare una nuova e più recente ordinanza di sgombero. Incaricati di far rispettare le regole sono i rappresentanti genericamente intesi della “forza pubblica”. Oltre all’allontanamento, previsti con anche una sanzione da 25 a 500 euro in caso di non ottemperanza e spese di pulizia e ripristino a carico dei trasgressori.