“Gli anziani saranno il primo problema d’Italia”. Parola di Roberto Volpe di Uripa
Le statistiche ce lo ricordano periodicamente: la popolazione italiana sta invecchiando sempre di più e questo sta scardinando tutta la nostra società, da un punto di vista sociale, sanitario ed economico.
Lo conferma anche Roberto Volpe, presidente di Uripa, l’Unione Regionale degli Istituti per Anziani del Veneto, e della Fondazione Marzotto. Ospite della rubrica di Radio Ecovicentino “L’Eco dei Comuni”, coglie l’occasione per fornire alcuni dati assai eloquenti. Si inizia sottolineando un fatto ormai risaputo, ma che vale sempre la pena ricordare: l’Italia è il secondo Paese più anziano del mondo dopo il Giappone. Volpe, poi, scende nel dettaglio, evidenziando come il numero degli ultraottantenni sia destinato a crescere in misura notevole. “Attualmente, in Italia sono quattro milioni e ottocentomila; nel 2050 saranno poco meno di otto milioni”.
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Ciò significa che, entro la metà del secolo, in ognuna delle nostre città avremo quasi il doppio degli ultraottantenni di oggi: una situazione esplosiva. Ma non è finita qui: “Ogni anno, nel solo Veneto, ci sono duemila novantenni in più”. Questi numeri implicano che un numero sempre maggiore di persone non autosufficienti avrà bisogno di ricevere un’assistenza adeguata. Il problema? Vi è una grande carenza di personale negli istituti per anziani: “Oggi in Veneto – spiega Volpe – mancano tremila operatori e non meno di millecinquecento infermieri e l’ultima tornata di iscrizioni ai corsi infermieristici ha visto, rispetto al numero di posti messi a bando, un calo del 26% rispetto agli anni precedenti”.
Un fenomeno dovuto per il presidente Uripa al combinato disposto tra l’inverno demografico che si riscontra a partire dagli anni Novanta (e che ha provocato una carenza di forza lavoro) e la scarsa valorizzazione della figura dell’operatore che lavora nelle strutture per anziani. A questo proposito, Volpe mette a fuoco quello che giudica essere un grosso errore commesso in passato: “Sono state ignorate le necessità dei giovani che volevano intraprendere la carriera infermieristica; manca, ad esempio, un liceo sociosanitario. Purtroppo, la nostra classe dirigente rispecchia la società, che finché non si trova di fronte ai problemi, non se ne interessa”.
Quello che occorre, invece, è una politica lungimirante, che guardi al futuro. Quali provvedimenti si possono adottare, dunque, per affrontare questa situazione? Innanzitutto, il presidente di Uripa dichiara che “serve approvare una riforma che garantisca ai giovani di oggi una protezione assicurativa in previsione della loro vecchiaia, ma è anche necessario favorire una politica di flussi migratori controllati, che faccia affluire nel nostro Paese forza lavoro fresca che possa dare il proprio contributo nell’assistenza agli anziani”.
A parere di Volpe, andrebbe anche censita la popolazione ultrasessantacinquenne che risiede nei vari comuni. Ma anche a livello individuale si può dare un importante aiuto: “Bisogna saper invecchiare, scegliendo uno stile di vita sano che permetta di posticipare nel tempo i problemi connessi alla vecchiaia”.
Gabriele Silvestri