La Trans d’Havet torna… una e trina: venerdì sera e sabato parte la carica dei 1.000 tra atleti e volontari

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Si corre in montagna in condizioni al limite (foto Nadia Pietrobelli)

Più di mille appassionati di sport e di montagna fremono alla vigilia di un’edizione numero 11 della Trans d’Havet per così dire restaurata ai fasti per niente antichi, con programma e numeri di partecipanti che tornano ai massimi livelli pre-Covid. Sarà una piacevole fatica per 640 skyrunners e circa 400 volontari disseminati sui tre percorsi di gara l’imminente full immersion tra vette e valli delle Piccole Dolomiti, che torna alla sua versione originaria “una e trina”. Racchiudendo in un unico grande evento le tre distanze originali: 80, 42 e 24 chilometri soprattutto con partenze collettive come un anno fa – nell’edizione 2021 però solo su distanza corta -, lasciando ai ricordi quella 2020 “in solitaria”. Annata critica che rimarrà nella storia per la caparbietà degli organizzatori di non mollare del tutto lo straordinario appuntamento di luglio scalando sui piedi tra le montagne dell’Altovicentino.

Straordinario e internazionale, con circa una ventina di runners in lizza provenienti da 9 stati esteri, e tanti uomini e donne “nostrani” a presentarsi ai tre start da 38 province e 11 regioni d’Italia. Al Vicentino il primato con il 45% dei partenti, il 20% dalle altre province del Veneto e il 35% dal resto d’Italia. Il primo sarà domani (venerdì) allo scoccare della mezzanotte per la suggestiva partenza in notturna dal centro di Piovene Rocchette con la benedizione silente del Monte Summano – e del meteo viste le previsioni favorevoli sempre incrociando le dita per la variabilità in quota -, poi alle 8 di sabato giorno dopo si scavalcheranno i passi che dividono Val Leogra e Valle dell’Agno per il via da Recoaro Terme. Arrivi come da tradizione orami fissa allestiti nel centro storico di Valdagno, ancora una volta sede designata della grande festa che aspetta gli “infiniti” (per passione) quanto sfiniti (per la fatica) atleti pronti a brindare al traguardo raggiunto.

L’undicesima edizione è stata presentata martedì a Schio, ricordando il battesimo del 2021, nella sede di Why Center Nutrition Store, sponsor dell’evento che si “gioca in casa e che si spinge a metterci quel qualcosa in più per farne un evento-traino per l territorio” come ha detto l’ospitale Stefano Pieropan, con i primi cittadini di Schio e Valdagno Valter Orsi e Giancarlo Acerbi a scherzare bonariamente sulla possibilità di schierarsi al via pure loro e indicare i tempi di percorrenza “dilatati”, con il delegato del Comune di Recoaro Paolo Asnicar ad alternarsi al microfono con i portavoce del comitato organizzatore.

Una squadra collaudatissima, quella dell’Ultrabericus Team (presieduta ora da Matteo Meggiolaro), capeggiata da un Enrico Pollini (capo direttore di gara) raggiante all’idea di poter riproporre il programma originario con le competizioni Ultra, Marathon e Half. Alla chiusura delle iscrizioni ufficiali i numeri danno ragione a chi ha creduto nel pieno ripristino dell’evento sportivo clou dell’estate sulle Piccole Dolomiti tra gli impavidi del trail running. Con un’apprezzabile appendice solidale che richiama a valori autentici: le medaglie assegnate ai partecipanti alla kermesse provengono dalle mani di giovani vicentini con disabilità che hanno lavorato a lungo per realizzarle.

Ok l’Italia ma poi Argentina, Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Romania, Spagna e Stati Uniti costituiscono la variegata gamma di paesi di provenienza, ma saranno ovviamente di più le nazionalità al via aggiungendo chi già risiede in Italia. Oltramaratona, maratona e mezza maratona, guardando il dettaglio iscrizioni per tipologia di tracciato, si daranno appuntamento sulla più lunga delle prove – la Trans d’Havet Ultra – un totale di 250 runners impavidi (il 12% sono donne), 215 (18%) saranno invece quelli che si sono assicurati il pettorale per la Recoaro Marathon, mentre in 175 (al 22% la quota rosa) correranno sulla più corta delle distanze, la Montefalcone Half Marathon.

Giovedì sera primi brindisi alla consegna dei pettorali (a Schio sempre al Why Center) e poi il giorno dopo appuntamento a Piovene dalle 22 per l’anteprima alla prima partenza. Tra i più attesi in tema di specialisti citati Roby Mastrotto, Christian Modena e Guido Angella ma non saranno gli unici aspiranti alla vittoria ovviamente. Una squadra di circa 40 alpinisti soccorritori esperti legati al Cnsas Veneto si alterneranno per garantire la sicurezza e il pronto intervento coprendo la vasta area di gara: “una macchina ormai supercollaudata” come ha spiegato il coordinatore Luca Cortese, del team degli “angeli della montana” di base a Schio. Previste delle dirette live nel prepartenza di domani e sabato nel corso del clou delle tre gare, vin streaming dalla pagina Facebook dell’evento.

LE DICHIARAZIONI IN CONFERENZA STAMPA

“Dopo due anni di incertezza – è il PRIMO commento del neo presidente dell’Ultrabericus Team, Matteo Meggiolaro – torniamo finalmente a riproporre tutte le distanze di gara. Un risultato per niente scontato che non sarebbe possibile senza il contributo fondamentale di volontari, associazioni e atleti che hanno risposto oltre le migliori aspettative. A dieci anni dalla prima edizione, è bello sentire l’affetto di un territorio che ci ha dato tanto. È proprio per celebrare questo legame che per l’edizione 2022 abbiamo deciso di collaborare con fantastiche realtà locali come la Cooperativa Moby Dick di Arzignano, che ha realizzato le medaglie per tutti i partecipanti nel segno della piena sostenibilità.”

“Dopo la splendida edizione dei Campionati Italiani del 2019 – prosegue il direttore di gara, Enrico Pollini – la anomala edizione della Recoaro Marathon in autonomia del 2020 e la ripresa delle gare corte nel 2021, si torna alla tradizione della Trans D’Havet classica. Il disegno della gara regina, la Ultra da 80 km, è di nuovo protagonista: lo confermano i numeri, che sono quelli del 2017 e 2018 pre-pandemia. L’eventuale ruggine degli anni di stop forzato è sparita in un attimo e la macchina organizzativa gira a pieno regime in questi ultimi giorni di preparativi, così come girerà il giorno della gara. Nelle ventiquattro ore di sabato 23 luglio, oltre allo sport e all’agonismo, sarà di nuovo festa e grande partecipazione di atleti e volontari, complessivamente più di mille”.

Incrementate del 15% rispetto all’usuale le scorte d’acqua, con uno sguardo al meteo che annuncia le condizioni ambientali, lontane dalle minacce di temporali che in passato hanno tormentato alcune edizioni.

Un concorrente stremato al traguardo (foto Nadia Pietrobelli)

Valter Orsi, sindaco di Schio si è fatto portavoce di un messaggio da parte anche degli alti colleghi dell’area interessata dall’evento. “Tutti siamo lieti di ospitare questa Trans d’Havet che porta pregio al nostro territorio oltre alla valenza sportiva e agonistica. E’ d’obbligo ringraziare i tanti che si mettono a disposizione affinché tutto si svolga nel migliore dei modi”. “Sappiamo di vivere in un territorio che ha potenzialità enormi – così Paolo Asnicar per Recoaro – che bisogna saper comunicare nel modo giusto e questa gara costituisce uno dei migliori veicoli per farlo”. Da Valdagno “siamo contenti che questa 11esima edizione si possa definire quella della piena ripartenza – parla Giancarlo Acerbi -, visto che ormai ospitare la festa finale della Trans d’Havet è entrato nel dna della nostra comunità, e ne siamo orgogliosi. E deve essere un’occasione di socialità per tutti: atleti,, organizzatori e volontari ma anche cittadini che li accoglieranno in centro storico”.  “Portiamo avanti una linea ecologica che punta ad evitare gli sprechi – ha precisato Elisabetta Cappellari, responsabile logistica – ci sarà un pacco gara con una maglietta come d’abitudine oltre alla medaglietta in legno con serigrafia realizzata dai ragazzi di Moby Dich, dal valore enorme”.