L’ospedale S. Lorenzo torna Covid-free dopo 7 mesi. A breve attivi i reparti “originari”
Era da metà ottobre 2020 che l’ospedale di Valdagno, la struttura sanitaria dedicata a San Lorenzo, non poteva più per così dire “fregiarsi” dell’etichetta di polo Covid-free. A distanza di quasi sette mesi e mezzo di riapertura delle corsie ai pazienti contagiati dal coronavirus e un’accoglienza dei malati che ha sfiorato i 100 ricoveri nel momento di massima criticità l’inverno scorso – era il mese di dicembre – le vallate dell’Agno e del Chiampo tornano insieme a tirare un sospiro di sollievo dai primi giorni della settimana in corso.
Dopo essere state falcidiate dall’epidemia con numeri importati e aver pianto decine di lutti correlati al morbo di derivazione asiatica, ma anche dopo aver eretto una barriera sanitaria encomiabile alla proliferazione del virus. Facendo diventare l’ospedale San Lorenzo un simbolo della lotta al virus Sars-Cov-2. E operando in regime di emergenza sanitaria, privandosi temporaneamente di alcuni servizi trasferiti al polo “gemello” di Arzignano.
La notizia confermata dall’Ulss 8 Berica – che tra l’altro ora inizierà a diramare un bollettino sanitario settimanale e non più giornaliero, altro segnale di numeri incoraggianti – riguarda le dimissioni degli ultimi pazienti ospitati nella struttura valdagnese per le conseguenze del Covid-19. Martedì gli ultimi tre ricoverati sono tornati a casa per il periodo di isolamento e la convalescenza, dopo aver ricevuto le cure cliniche necessarie.
Una volta completate le procedure di sanificazione degli ambienti, nell’arco di pochi giorni si procederà al pieno ripristino delle funzionalità pregresse, e il ritorno del personale sanitario alle mansioni originarie. In particolare, i reparti “accorpati, vale a dire quello di Ortopedia (mantenuto a Valdagno) e quello di Chirurgia Generale, che era stata concentrata al polo del “Cazzavillan”, limitando gli interventi alle sole emergenze e situazioni non differibili, liberando nel contempo medici, infermieri e oss ausiliare alla riconversione in personale Covid in prima linea tra le corsie dedicate ai pazienti infetti, nel solo centro San Lorenzo.
Il “picco” si era toccato ai primi di dicembre, con i 99 degenti positivi al virus conteggiati al 7/12 dello scorso anno in gravi condizioni, sfiorando la capienza massima “liberando” e riconvertendo due nuovi reparti. In quei giorni nel solo bacino dell’Ulss 8 si toccava quota 300 pazienti ospedalizzati nei tre nosocomi attrezzati. Poi un calo graduale a cui si è assistito per tutto il mese di gennaio, fino a numeri che parevano “sotto controllo” e in discesa a febbraio salvo poi dover erigere un nuovo muro per contrastare la cosiddetta terza ondata in corrispondenza della primavera.
Per l’ospedale di Valdagno si tratta delle seconda “dichiarazione” di libertà dal coronavirus, dopo che la prima avvenne un anno fa, a maggio del 2020. Si attese poi fine giugno perchè anche la città laniera non contasse più alcun positivo nella sua popolazione, stanti i dati dell’Ulss Berica. Allora si sperava di aver definitivamente debellato la pandemia, ma l’incubo – peraltro previsto dagli esperti – di una seconda e poi di una terza ondata di pandemia ha messo a dura prova le risorse della sanità locale, e le energie psicofisiche di chi ha operato in prima linea.