Calma piatta su Recoaro 1000. Gli sci club delle due valli non mollano la presa
Niente di nuovo sul fronte Recoaro 1000: potrebbe assomigliare al titolo del noto romanzo storico di Remarque, descrive invece la carenza di buone notizie rispetto al comparto turistico della frazione di Recoaro Terme. Sotto i riflettori prima l’Amministrazione Ceola che ne ha ufficializzato la chiusura lo scorso anno, poi il sindaco entrante Davide Branco che dall’inizio del suo mandato, a giugno, si trova a gestire questa situazione di stallo.
Chi da mesi manifesta preoccupazione e al tempo stesso procede a testa bassa per il bene di questo patrimonio naturalistico e ambientale di indiscusso valore per le vallate dell’Agno e del Chiampo, è il gruppo degli Sci Club i cui presidenti e sostenitori continuano ad organizzare incontri per proporre soluzioni tangibili. “Restiamo sempre più convinti -riferisce Flaviano Pelà, Presidente dello Sci Club Marzotto – che solo attraverso una visione allargata, con la partecipazione di più soggetti pubblici e privati coinvolti in una gestione consortile, si possa affrontare e scrivere il nuovo futuro di Recoaro 1000. Assieme agli Sci Club Arzignano, Chiampo, Valle Agno e Recoaro a cui si aggiunge la solidarietà dello Sci Club 2000 di Mason e dello Sci Cai Schio, confermiamo pertanto la nostra disponibilità a sostenere con azioni di sensibilizzazione e propaganda iniziative e proposte percorribili in breve tempo.”
Pochi giorni fa il gruppo ha interpellato nuovamente il sindaco di Recoaro: il primo cittadino recoarese ha spiegato che è prematuro parlare di gestione consortile, confermando così purtroppo la dichiarazione rilasciata ancora ad agosto. Una cosa però è certa: entro il 31 marzo 2019 il Comune deve presentare il progetto parzialmente esecutivo relativo agli interventi pubblici già finanziati dai fondi ODI, che ammontano a 2,5 milioni di euro.
Tali impegni prevedono la pista di down-hill che dal monte Spiz scende a Recoaro Terme, l’acropark a Parco Fortuna sempre in paese, la ristrutturazione del Rifugio Gingerino a quota 1580 metri, l’ampliamento del laghetto e nuovi percorsi pedonali in località “Busa di Pizzegoro”, l’estensione del percorso che raggiunge le Montagnole, la via direttissima fino a rifugio Battisti alla Gazza e l’archeovia Campetto. Per quanto riguarda invece la cordata privata di investitori russi che secondo Branco dovrebbe occuparsi di altre cinque opere (pista dei gommoni, stazione intermedia della seggiovia diretta a Montefalcone, nuova seggiovia a quattro posti, acropark e tappeti mobili) non si sa ancora nulla, per ora è tutto da formalizzare.
“Un’altra stagione invernale è alle porte – commenta Daniele Dal Fiume, altro sostenitore di questo patrimonio naturalistico di rara bellezza abbracciato dalle Piccole Dolomiti – e nulla si è mosso rispetto ad un anno fa. Con spirito costruttivo e propositivo vorremmo poter collaborare alle azioni volte al rilancio ma per farlo crediamo sia importante creare una coesione super partes, indipendentemente da ruoli pubblici e privati. La situazione è così critica che lo Sci Club Recoaro sta addirittura meditando il suo scioglimento”.
Chiara Guiotto