Esplorare il Vicentino – L’Altopiano delle Montagnole a Recoaro Terme
Ai piedi della Catena delle Tre Croci si trova quello che è, per i panorami e l’ambiente, il più bell’altopiano delle Piccole Dolomiti: l’Altopiano delle Montagnole.
Qui si incontrano alberi maestosi, vecchie malghe e baite, pascoli, laghetti e scorci di guglie, pareti e vaji tra i più caratteristici della zona. Su di esso corre il Sentiero dei Grandi Alberi, che dalla Conca di Pizzegoro a Recoro Mille prosegue fino al Rifugio Cesare Battisti alla Gazza. Il nome è dovuto al fatto che lungo strade sterrate e sentieri si incontrano diversi alberi, per lo più tigli, faggi e frassini, di grande mole ed età plurisecolare.
Sono i “vecchi guardiani” dell’altopiano, a cui la gente ha anche attribuito dei nomi, come I due fratelli o Il grande vecchio. La percorrenza delle Montagnole è adatta a tutti, inoltre ci sono vari luoghi adatti ai pic-nic dove stendersi sull’erba verde per ammirare le montagne o le chiome verdi che si stagliano nel cielo azzurro. Alcune malghe sono aperte durante la bella stagione, dove è possibile gustare i buonissimi prodotti di questa terra in un ambiente rustico e accogliente.
Ci sono poi diverse possibilità per gli sportivi della corsa e della mountain bike che possono trovare percorsi più o meno lunghi ed impegnativi. L’Altopiano delle Montagnole è uno di quei luoghi dove si torna sempre volentieri almeno una volta all’anno.
Si può iniziare l’escursione direttamente dal piazzale del bar Castiglieri, raggiungibile dalla strada che sale da San Quirico. La prima parte dell’itinerario è su asfalto; in alternativa si può scendere lungo la vecchia pista di fondo che sta a un livello inferiore rispetto la strada e si collega all’altezza della Trattoria La Gabiola. Poco più avanti si trovano le Casare Asnicar, dove per chi volesse è possibile lasciare l’auto accorciando di un’ora il percorso. Da qui si prende la strada sterrata che sale a Malga Morando, nella quale si può trovare un ottimo ristoro.
Ora si può scegliere la variante più alta verso Malga Anghebe oppure quella più bassa lungo la strada principale. Entrambe sono valide alternative che si riuniscono più avanti all’altezza di due grandi faggi detti I due fratelli. Questi sono particolarmente suggestivi d’autunno quando le chiome assumono i colori che vanno dal giallo al rosso.
Proseguendo di qualche centinaio di metri si incontra Malga Podeme, dalla quale si riesce ad intravedere un laghetto sottostante incastonato nel bosco: è il Xea del Risso, spesso chiamato Laghetto del Creme; merita sicuramente una visita per il colore dell’acqua e la cima della Bella Lasta che si specchia in esso.
La strada continua salendo dolcemente tra i faggi verso Malga Pace e Malga Rove. Ad un certo punto sulla destra si trova una torbiera, luogo di ristagno d’acqua caratterizzata da una lenta decomposizione della sostanza organica e quindi da una forte acidificazione del terreno. Qui si trovano numerose specie erbacee acidofile come quelle della famiglia delle Ciperacee, caratterizzate da un pennacchio bianco simile a cotone.
Ora da questo punto manca solo mezz’ora per raggiungere il Rifugio Battisti lungo il sentiero principale. A destra si trova il Colle del Rove da dove è possibile avere una vista dall’alto del Colle della Gazza e della strada tortuosa che sale ad esso. In una caratteristica pozza d’acqua ricca di anfibi, nelle belle giornate si ammira il gruppo del Fumante che si specchia in esso, situato proprio di fronte l’osservatore.
Il sentiero che va verso la Gazza è pressochè pianeggiante e offre un’ampia panoramica sui vicini vaji come il Vajo Stretto di San Paolo, quelli della Fratta Piccola e Fratta Grande, il Vajo dell’Acqua e il Vajo Battisti.
Esiste una variante che ripercorre trincee e sentieri di guerra scendendo per il Trincerone di Sarantonio fino all’omonimo pozzo, un laghetto tra il bosco e ghiaioni detritici. Questo sentiero si collega poi nei pressi del Rifugio Battisti.
L’Altopiano delle Montagnole offre quindi la possibilità di passare del tempo all’aria aperta rilassandosi o facendo sport, di ricordare gli eventi della Grande Guerra, di ammirare le varie forme della natura e panorami stupendi delle Piccole Dolomiti, ripercorrendo la storia locale e vecchie tradizioni di montagna che qui ancora sopravvivono.