Interdetto il sentiero attrezzato che porta alla Sisilla. Rischi alti, serve manutenzione
L’ascensione alla cima della Sisilla sulle Piccole Dolomiti “chiude al pubblico” per motivi di sicurezza. Lo ha deciso il comune di Recoaro Terme, sotto commissariamento prefettizio, dopo varie segnalazioni raccolte e considerazioni sui rischi che corrono gli escursionisti nell’affrontare il percorso che Rifugio Campogrosso porta ai 1.621 metri della vetta. Una falesia di rocce con salto a strapiombo conosciuta per l’incantevole scorcio di paesaggio prealpino che offre ma anche tristemente nota per incidenti di montagna e gesti estremi registrati negli ultimi anni.
A consigliare la chiusura del tratto di sentiero attrezzato con sostegni di corda in catena sono stati in ultima istanza i carabinieri forestali della stazione di Valdagno-Recoaro, segnalando la “potenziale situazione di grave rischio di incidente, in particolare nel tratto sommitale”. Serve una manutenzione profonda, da affidare a mani esperte. Suggerendo nel rapporto stilato direcente anche l’implementazione di una segnaletica adeguata sul percorso che porta alla sommità. In altre parole, un deciso upgrade in termini di messa in sicurezza, senza attendere oltre.
Un giro di vite che segue agli appelli da parte di parte non solo del personale specializzato del soccorso alpino e della comunità Montana, ma anche di alpinisti esperti e di alcune associazioni come il Cai, che si è reso disponibile ad effettuare interventi mirati sul percorso. La Sisilla costituisce da sempre una meta tra le più gettonate delle Piccole Dolomiti, sull’Alpe di Campogrosso, in particolar modo nel periodo estivo e con presenze registrate da tutta Italia. Uno dei simboli della montagna vicentina per antonomasia, insomma, prima di oltrepassare con il confine con il territorio del Trentino.
La sua ascensione di norma non richiede uno sforzo da alpinisti esperti ma è caratterizzata – come si legge nell’ordinanza comunale – “da gradi elevati di pericolosità”, come dimostra la sua storia recente funestata da incidenti anche mortali. Basta una disattenzione per mettere un piede in fallo e rovinare a valle, perdendo la vita. Ultima vittima un 64enne di Modena, lo scorso fine giugno. Oltre al piano della prevenzione generale, il sentiero va conformato alla direttive vigenti che riguardano la gestione della sicurezza in media e alta montagna: il censimento del sentiero nel catasto e l’apposizione di una segnaletica opportuna costituiscono due priorità assolute che saranno affrontate nel futuro prossimo, previa la chiusura della via naturale. Ad occuparsi della posa della cartellonistica sarà il gruppo Cai di Montecchio Maggiore, fino all’accesso della cima della Sisilla.
Della decisione ora ufficiale di interdire gli accessi da parte dei visitatori sono state informate le forze dell’ordine, in particolare la polizia locale Valle Agno, i carabinieri di Recoaro Terme e i colleghi forestali della stazione di Valdagno, che avranno il compito di vigilare sul rispetto della determinazione in base alle proprie competenze sul territorio.