Profughi, paese diviso fra barricate e “accoglienza ma senza imposizioni”
C’è chi è per le barricate e chi “non è contro l’accoglienza”. Le ovazioni arrivano per entrambi, dalle centinaia di persone riunite in piazza a Recoaro: è venerdì sera (4 novembre) e nella Conca di Smeraldo va in scena la terza manifestazione in due giorni. In piazza c’è chi teme l’arrivo di 50 profughi all’ex hotel Bersagliere: quasi 500 persone, appartenenti a comitati civici cittadini e non, alla Lega Nord, al gruppo Prima Noi.
Davanti al municipio a prendere in mano il microfono per primo, davanti a una piazza affollata ma attenta come non mai, è Paolo Cornale. Coordinatore di un comitato “spontaneo e apolitico” composto solo da recoaresi, Cornale ripete più volte che il suo gruppo “non è contrario all’accoglienza. Non siamo per le barricate – dice, tra gli applausi – Però, siamo contrari a questa imposizione da parte della prefettura, allo Stato italiano che cala un gruppo così numeroso di richiedenti asilo in un paese di montagna già in difficoltà, e al quale servirebbe aiuto. Prefettura, ripensaci” chiude Cornale. La sua è una presa di distanza, in certa misura, da chi parlerà dopo di lui. Roberto Marcato, assessore veneto della Lega Nord, è in piazza con la senatrice Erika Stefani, il consigliere regionale Marino Finozzi e l’europarlamentare Mara Bizzotto: “Recoaro non è Capalbio, e si vede: altrimenti la prefettura non si sognerebbe di inviare clandestini imposti dal governo”.
Duro, e applaudito, anche Alex Cioni di Prima Noi (comitato civico altovicentino) che invece le barricate le invoca eccome: “Capiamo la necessità di mantenere i toni bassi. Ma i recoaresi devono essere disposti a tutto, anche alle barricate, altrimenti la prefettura non si fermerà: invierà qui questi 50 profughi, poi altri, poi altri ancora. Noi siamo pronti ad aiutarvi”. La mobilitazione si scioglie verso le 21.30, poco più in là quelli di Prima Noi parlano davanti a una troupe di Rete 4 (Quinta Colonna). Nessuna tensione durante la serata, la contromanifestazione organizzata alle 18 dal sindacato Usb e di Rifondazione Comunista è stata partecipata da una ventina di dimostranti, attorno al Bersagliere. “Siamo contenti così, abbiamo portato qui alcuni richiedenti asilo che hanno parlato con i residenti del posto: facendo capire che non c’è nulla da temere” dice Germano Raniero, del sindacato.