Torna l’allarme cinghiali, danni per 250 mila euro. Il Comune scrive alla Regione
Le stime raccolte dal Comune parlano di un centinaio di cinghiali avvistato nel territorio del paese tra boschi, valli e in prossimità di contrade, e quelle dei danni patiti dai privati negli ultimi mesi rivelano una cifra che si aggira sui 250 mila euro. La certezza, stavolta non oggetto di valutazioni teoriche, mostra come a Recoaro siano tornati in azione e le segnalazioni dei cittadini non sono tardate ad arrivare. Riaccendendo in questo modo nella “Conca di Smeraldo” il dibattito sulle misure di prevenzione da adottare – come la caccia di selezione e il prelievo e trasferimento in altri habitat naturali – al fine di scongiurare altri danni e favorire il ripopolamento delle aree montane.
Gli avvistamenti dei combattivi e affamati mammiferi selvatici si susseguono di giorno in giorno: spinti dalla ricerca di cibo per istinto naturale rivoltano la terra dove sorgono le colture, avventurandosi non di rado “anche per prati e pascoli dove viene decorticato lo strato erboso che ha anche un prezioso ruolo contro l’erosione e i possibili smottamenti”, come recita una nota dell’ente locale che ha informato la Regione Veneto del problema, chiedendo un supporto.
“Non abbiamo ancora una conta precisa dei danni subiti dai nostri agricoltori e allevatori – spiega l’assessore all’Ambiente, Giovanni Ceola – ma possiamo stimare facilmente una somma che potrebbe arrivare a 250.000 euro. Per il momento”. I cinghiali adulti, se non sottoposti a politiche di controllo e contenimento, proliferano in breve tempo e possono facilmente essere portatori di malattie in grado di mettere a repentaglio la salute anche di altre specie, come avvenuto nel caso dell’influenza suina solo lo scorso anno.
Un aspetto evidenziato nella comunicazione tra istituzioni pubbliche e nella lettera inviata ieri dal Sindaco Armando Cunegato alla Regione Veneto, alla Provincia e per conoscenza al Comprensorio Alpino 1 e all’Ambito di Caccia. La missiva muove anche dalle preoccupazioni espresse di recente da Coldiretti, Cia e con una raccolta firme da parte di alcuni cittadini interessati direttamente dal problema.