Bonifica area ex Miteni, dibattito che rimane vivo e 4 sit-in di Mamme No Pfas e Comitati
“Bonifica subito“, con persone sdraiate a terra a comporre le due parole-slogan. Nel corso del fine settimana sono state quattro le manifestazioni in simultanea nel primo pomeriggio di sabato, a cui hanno fatto seguito una serie di dichiarazioni dal mondo politico sul tema legato ai danni ambientali e alla salute di uomini e animali provocati dall’ex azienda Miteni di Trissino. In altre parole la questione Pfas, tutt’altro che un capitolo del passato. Oltre ai comitati sorti in questi anni a tutela della popolazione a dare vita a gesti simbolici ed esprimere istanze, l’assessore veneto all’Ambiente Gianpaolo Bottacin e il portavoce delle minoranze Arturo Lorenzoni hanno deciso di inserirsi ieri nel dibattito tornato vivo.
Protagonista della giornata, sabato, è stato in particolare il gruppo delle Mamma No-Pfas composto da genitori ma non solo, supportati da chi appoggia da anni ormai le istanze delle sue componenti, presenti dalle 14 alle 16 in contemporanea a Roma, a Trissino (in due diverse sedi) e a Venezia per protestare. Vale a dire in ordine di citazione al Ministero dell’Ambiente in via Colombo nella capitale, a Palazzo Balbi sede della Regione Veneto nell’isola di Venezia nel sestiere Dorsoduro, oltre che proprio nel piazzale dello stabilimento dismesso della multinazionale, in località Colombara, e di fronte al Municipio di Trissino, in piazza 25 Aprile. Insieme all’invito a manifestare e all’informazione diffusa dei sit-in agli enti preposti, le voci dell’associazione denunciano che “nè l’allacciamento alle fonti di approvvigionamento, (non ancora in funzione), nè i filtri utilizzati negli acquedotti sono sufficienti per fermare questo veleno che avanza ogni giorno nella falda sotterranea e che arriva fino al Mare Adriatico. Il terreno contaminato sotto all’ex Miteni continua a rilasciare Pfas nell’ambiente e, dopo ben 10 anni dalla scoperta della contaminazione, il sito non è ancora stato messo in sicurezza”.
Sul tema si è inserito l’assessore Bottacin per la Regione Veneto, stilando la lista di tutte le azioni intraprese dall’ente dallo scoppiare del caso Pfas a causa dell’inquinamento nella zona rossa riscontrato. “Nel territorio di Trissino – ha commentato – i soggetti presenti nel sito interessato si stanno al momento sulle operazioni di Miso/caratterizzazione/bonifica e in attività di decommissioning degli impianti produttivi. Operazioni ormai quasi concluse. La recente problematica connessa al rinvenimento di liquidi in caditoie e strutture interrate è stata presa in carico dalla ditta che sta eseguendo gli interventi in rispetto di indicazioni impartite. Specifico infine che le diverse strutture della Regione sono state, sin dai primi momenti di questa vicenda, impegnate nel fronteggiare la criticità. Competenze ambientali, sanitarie e scientifiche, messe a sistema che hanno permesso l’emergere del fenomeno dei Pfas, il cui inquinamento prima non era noto, e di pianificare azioni successive. La Regione Veneto non può che continuare ad assicurare il supporto tecnico al Comune di Trissino, che ha competenze dirette sull’iter di bonifica, con gli altri enti ed in particolare con l’Arpav, sia nell’ambito delle Conferenze di Servizi sia nell’ambito dell’apposito Comitato tecnico istituito allo scopo, raccordandosi, ove necessario, con il Ministero e gli organi statali competenti”.
A “vigilare” sull’effettivo impegno della politica sono le minoranze in Regione Veneto, con il portavoce designato a esprimere una posizione in merito. “Si tratta di una triste vicenda che interessa non solo la provincia di Vicenza, ma tutto il Veneto. Mi impegno a continuare a tenere alta l’attenzione sull’argomento. Per quanto di mia competenza – dice Lorenzoni – mi adopero con ogni mezzo affinché si rediga un cronoprogramma urgente per la bonifica dell’ex Miteni. Sostengo – aggiunge – in tutti i modi la battaglia che da anni viene portata avanti dalle Mamme No Pfas e dalle altre associazioni e comitati territorio. Questi ultimi oggi stanno dando prova di una grande forza, grazie ad una manifestazione partecipata e di valore. I cittadini non possono aspettare oltre. In particolare, coloro che risiedono a ridosso dell’area contaminata sono fortemente a rischio. Siamo consapevoli – precisa sempre Arturo Lorenzoni – la rimozione definitiva delle cause alla base dell’inquinamento dei suoli e della falda sia di là da venire. Tuttavia, questo non significa che dobbiamo far finta che il disastro ambientale non ci sia nessuno, in ultima istanza, si può permettere di minimizzare la gravità di quanto accaduto, e di quanto sta ancora accadendo, in quell’area”.