Furto in negozio di moda e armi da taglio. Denunciato un ladro, è caccia al complice
Inizio settimana concitato a Trissino, a causa del tentato furto ai danni di un noto negozio di abbigliamento e la successiva caccia ai responsabili, sfuggiti alla cattura in flagranza di reato in un primo momento, fino a quando i carabinieri della compagnia di Valdagno sono riusciti ad acciuffare uno dei due presunti responsabili.
Si tratta di K.T. – rese note le sole iniziali in quanto indagato a piede libero -, uomo di 29 anni e cittadino straniero originario della Georgia residente in Veneto, bloccato mentre si nascondeva tra le case dopo la fuga a piedi.
Nel pomeriggio di lunedì due persone di sesso maschile si erano intrufolate all’interno dell’outlet “Emporio Armani” di via Stazione, entrando dal retro e uscendo però dello stabile a mani vuote grazie all’intervento della vigilanza, che li ha scoperti “con le mani nel sacco”. La coppia di malviventi si era appropriata in verità di alcuni capi di abbigliamento griffati, di un certo pregio, ma se ne sono dovuti disfare durante la concitata fuga, facendo sfumare il “colpo” da alcune centinaia di euro di valore. Consentendo così di recuperarli e restituirli ai legittimi proprietari mentre sul posto giungeva una pattuglia di carabinieri dalla vicina stazione di Trissino.
Nel frattempo i responsabili del furto fallito si erano dileguati, probabilmente dividendosi. Ma le descrizioni dettagliate raccolte dal personale dello spaccio aziendale ha permesso ai militari di riconoscere uno dei due sospetti ladri, individuandolo sempre a Trissino intorno alle 18.30. Le ricerche hanno quindi avuto subito buon esito, tanto più che alla vista della pattuglia di carabinieri il soggetto se l’era subito “data a gambe” cercando di nascondersi dietro ad edifici della zona.
Dopo la cattura si è proceduto come da prassi alla perquisizione personale e anche nell’auto di sua proprietà. Che hanno portato al sequestro immediati di armi da taglio di cui non ha dato giustificazioni plausibili del possesso: due coltelli a serramanico. Prelevati dalla disponibilità del 29enne anche vari arnesi ritenuti compatibili con l’attività di scasso e un gancio antitaccheggio forzato, tutti elementi utili come prove indiziarie dell’attività illecita dell’indagato, poi rilasciato in attesa del processo. Del complice, invece, nessuna traccia e mutismo da parte del compagno di raid fallito.