Infortunio sul lavoro in conceria. In prognosi riservata un tecnico manutentore di 36 anni
La settimana post Ferragosto annovera l’ennesimo incidente sul posto di lavoro, verificatosi ieri mattina a Trissino. Vittima di una caduta accidentale da un ponteggio mobile è stato un operaio vicentino di una ditta esterna specializzata in manutenzioni industriali, presso lo stabilimento della conceria Basmar, legata al gruppo Rino Mastrotto.
L’allarme sarebbe scattato alle 9 di ieri mattina, con un codice rosso in partenza, tanto da far decollare un elicottero da Verona per raggiungere la cittadina dell’Ovest Vicentino e atterrare in via Stazione, a lato dell’edificio che ospita la vasta sede trissinese, di fatto quartier generale dello storico gruppo industriale.
Lo stabilimento di Trissino si trova lungo la Sp246, a fianco del depuratore. Lì sono giunte ambulanza del Suem e le pattuglie forze dell’ordine, seguite poi dai tecnici dello Spisal dell’Ulss 8 per determinare quanto accaduto nei dettagli. A provocare la caduta dalla struttura sarebbe stato uno sbilanciamento o un cedimento, mentre il dipendente di una ditta esterna intento ad effettuare dei lavori di manutenzione. Avrebbe perso l’equilibrio, cadendo da un’altezza imprecisata, comunque di alcuni metri. Per A.B., 36enne residente a Nogarole Vicentino, si è reso necessario il trasporto urgente il elisoccorso verso il San Bortolo di Vicenza, ospedale dove si trova ricoverato in prognosi riservata. Trauma cranico e varie fratture complicano il quadro generale, anche se i medici confidano in una graduale ripresa. La produzione nei capannoni industriali era ferma, con il personale interno in ferie in un periodo in cui si approfitta per interventi di pulizia e riassetto degli impianti, affidati a ditte terze.
Una serie di episodi dalle sfumature drammatiche si stanno susseguendo in Veneto negli ultimi giorni, giornate ordinarie di lavoro che si trasfigurano in fatti di cronaca e, ancora una volta, pongono l’attenzione sul tema della sicurezza sul posto di lavoro. I sindacati delle varie sigle di riferimento insistono a rimarcare l’esigenza di investire sui punti cardine della formazione sulla sicurezza in azienda e sui controlli più articolati e diffusi sul territorio. A questi, si aggiunge la considerazione d’attualità della necessità di maggiori tutele dei cosiddetti “lavoratori in quota“, vale a dire quelle figure che si occupano di manutenzione estiva in ambienti sopraelevati rispetto al suolo. Il caso di Breganze di lunedì scorso – concluso con la morte di un operaio 32enne di Massanzago – e quelli recenti di Mason e Trissino pongono l’accento sulle morti e gli infortuni da caduta, evitabili se le procedure di sicurezza venissero conosciute, rispettate e sorvegliate.
“Il numero cresce e le segreterie di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uitec Uil non fanno mancare la loro preoccupazione – scrivono in nota congiunta i tre portavoce sindacali Massimo Andolfo, Alberto Selmo e Massimo Zordan -, esprimendo vicinanza alla famiglia e al lavoratore coinvolto nel grave incidente avvenuto giovedì in una conceria di Trissino. Il tema della sicurezza sugli appalti si ripropone in tutta la sua gravità. Il tavolo provinciale per la sicurezza deve porsi ora l’urgenza di avviare i propri lavori, definendo un concerto di azioni particolarmente dedicato alle attività in appalto e della cantieristica. Bisogna riuscire a coniugare la prevenzione con la vigilanza. E non va dimenticata la corresponsabilità del committente che non può certo rimanere indifferente ai rischi generabili dalle terze parti affidatarie”.