Ipotesi disastro ambientale per il caso Pfas. E intanto Confindustria rifiuta il confronto
Se sarà dimostrato che l’inquinamento da Pfas è reale e non solo presunto, si potrebbe configurare l’ipotesi di reato di disastro ambientale. Le indagini continuano spedite, con due pubblici ministeri incaricati di far luce e la Procura di Vicenza in fermento, sollecitata quasi quotidianamente da comitati e gruppi No-Pfas, con i genitori in prima linea. L’inchiesta avanza e intanto va avanti pure il countdown che porterà domenica all’accerchiamento simbolico dello stabilimento Miteni di Trissino, mentre d’attualità è la denuncia del “gran rifiuto” di un incontro con i comitati da parte di Confidustria Vicenza.
Serviranno altri esami tecnici, rilevazioni, consulenze di personale qualificato in tema di agenti chimici per verificare l’effettiva portata dell’inquinamento della falda e delle possibili conseguenze per il genere umano, oltre che par fauna e flora. La missione affidata della task force di esperti si può riassumere in due imperativi: chiarire senza ombra di dubbio se le sostanze perfluoroalchiliche rintracciate costituiscano un rischio per la salute; evidenziare a quali conseguenze, in tal caso, i cittadini andranno incontro nel medio e lungo periodo. Senza dimenticare la questione irrisolta del commissario governativo “impantanato” in attesa che la politica nazionale trovi un assetto.
Intanto un comunicato congiunto da parte dei vari comitati viene aspramente criticata la posizione dei confidustriali. “La più importante associazione industriale del territorio colpito dall’inquinamento da Pfas – spiega la nota – tramite una lettera firmata dal Presidente Luciano Vescovi si sottrae ufficialmente al confronto con i cittadini, i movimenti e le associazioni ambientaliste. Di tutte le organizzazioni interpellate nel corso degli ultimi anni è la prima a sottrarsi pubblicamente. Dalla lettera di risposta di Confindustria emerge, in modo inequivocabile, che la stessa non prende le distanze da chi ha causato il disastro ambientale ma sceglie la linea di voltare le spalle ai cittadini che hanno già pagato, e continueranno a pagare nei prossimi anni, un prezzo altissimo sulla propria salute”. L’articolata presa di posizione da parte di mamme No-Pfas e altri portavoce dei gruppi di protesta si conclude con l’esortazione, direttamente rivolta a Vescovi, di presentarsi ad un confronto pubblico durante il No-Pfas Day a Trissino.
Tornando al tema del disastro ambientale, sul tavolo degli imputati potrebbero finire vari manager della Miteni e la stessa azienda, che intanto domenica verrà simbolicamente accerchiata dal comitato dei genitori No-Pfas, deciso a portare avanti la lotta non accontentandosi, dunque, delle rassicurazioni sul proseguo delle indagini garantite dalla Procura della Repubblica. “Crimine ambientale” è l’accusa rivolta allo stabilimento.
Non sarà solo una domenica di protesta, ma anche di festa, in occasione della Giornata della Terra.