Medico no vax arrestato dopo mesi di indagini, registrava tamponi e vaccini mai eseguiti
Sono durate quasi cinque mesi le indagini condotte dai carabinieri di Valdagno in collaborazione con il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei carabinieri di Padova. Gli accertamenti sono stati eseguiti a carico del medico di assistenza primaria e vaccinatore della Ulss 8 Berica, Giorgio Schiavo Sterzi, nei suoi confronti sono scattati gli arresti domiciliari per i reati di falsità ideologica continuata, peculato e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
Le indagini sono partite a causa dell’aumento anomalo di pazienti registrati dal medico che operava negli ambulatori di Trissino e Castelgomberto, passando da 891 a 1461 assistiti in un solo anno, da marzo 2021 allo stesso mese del 2022. L’aumento così importante, in poco tempo, ha destato sospetti e dopo aver iniziato le operazioni investigative gli agenti hanno scoperto un altro dato che ben presto scoperchiato il vaso di una situazione divenuta allarmante. L’elevato numero di tamponi effettuati dal dott. Schiavo Terzi ha dimostrato una incongruenza con quelli effettivamente assegnati dalla regione, sul portale dell’azienda sanitaria infatti, il medico, ha registrato 3590 test a fronte di soli 45 ricevuti nell’anno 2020 e 21 in possesso nel primo semestre del 2021.
Durante le indagini, molti elementi sono stati raccolti grazie alle intercettazioni telefoniche che hanno svelato i comportamenti univoci del medico, tra cui anche vaccinazioni con rilascio di false documentazioni relative all’avvenuta somministrazione e conseguente rilascio del green pass. I carabinieri hanno riscontrato che tra i possessori della carta verde falsa ci sono anche operatori sanitari divenuti pazienti del dott. Schiavo Terzi poco prima dell’emissione. Dalle intercettazioni, ad un certo punto, è emerso il timore da parte del professionista di essere scoperto, visti gli altri casi portati alla luce in quel periodo dalle forze dell’ordine. Per questo motivo aveva deciso di iniettare ai pazienti piccole dosi di vaccino, nettamente inferiori al protocollo buttando il rimante con conseguente danno all’azienda sanitaria, perpetrando il reato di peculato.
Nelle indagini sono coinvolte altre 7 persone, nei cui confronti si sta procedendo per i reati di concorso in falsità ideologica e istigazione al compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio e di concorso in peculato. Tra queste persone spicca anche il nome di un militare dei carabinieri, nei suoi confronti la Procura ha richiesto la sospensione dal servizio ora al vaglio del Giudice che si riserva di valutare l’operato dopo l’interrogatorio. Dopo aver fatto luce sui protagonisti e le modalità della vicenda le indagini proseguono per risalire a tutti i beneficiari dell’attestazione vaccinale falsa.