Miteni verso il fallimento: la società depositerà l’istanza in tribunale
“Il consiglio di amministrazione di Miteni Spa ha preso atto dell’impossibilità di attuare il piano industriale dell’azienda e, pertanto, ha deliberato la presentazione dell’istanza di fallimento al tribunale di Vicenza”. E’ quanto si legge in una nota diffusa nel primo pomeriggio di oggi dall’industria chimica di Trissino, ritenuta responsabile dall’Arpav di aver sversato i composti perfluoro-alchilici Pfas nella falda.
Miteni, che oggi ha incontrato i sindacati, ha rilevato “l’impossibilità di giungere alla definizione certa dei tempi di sblocco delle due produzioni interdette e del susseguirsi di richieste fortemente onerose giunte, tramite diffide, dalla provincia di Vicenza anche nel corso della procedura concordataria. Queste diffide – prosegue la nota – comporteranno l’interruzione di tutte le attività produttive, pur essendo in alcuni casi palesemente pretestuose e non riguardando anomalie conclamate o rischi per lambiente. Un quadro di assoluta incertezza che ha quindi vanificato gli sforzi del management volti a rilanciare lattività industriale di Miteni”.
Sempre dall’azienda, viene specificato che verranno comunque stanziate “le risorse per finanziare la cessazione del funzionamento degli impianti produttivi in completa sicurezza, e per il completamento delle indagini e delle caratterizzazioni propedeutiche alla stesura del piano di bonifica. Verrà quindi finalizzato, con la presentazione del piano nei termini previsti, il lavoro e l’impegno dei tecnici Miteni profuso nelle attività di caratterizzazione svolte in questi anni”. Nel contempo, il Cda si è attivato per trovare acquirenti dello stabilimento “che possano salvaguardare i posti di lavoro e evitino la dismissione di un impianto con la dispersione di un know-how che rappresenta un’eccellenza nella chimica mondiale”.
Come risposta alla comunicazione da parte dell’azienda, la rappresentanza sindacale unitaria ha deciso di indire uno sciopero per domani di otto ore su tutti e tre i turni previsti, con un presidio dalle 10,30 alle 12,30.
“Dopo l’ultimo incontro di lunedì scorso con la direzione, dobbiamo prendere atto che l’azienda non sta mantenendo fede agli impegni assunti con la Rsu e i lavoratori durante il precedente incontro di venerdì 12 ottobre 2018, impegni che portarono alla sospensione di una mobilitazione. In tale circostanza l’azienda si impegnò a far fronte alle problematiche legate alla salute, igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro, alle questioni riguardanti il futuro occupazionale dei lavoratori anche in ragione del concordato in atto e alla prospettata Cigo (cassa integrazione guadagni) di tre mesi e al pagamento degli arretrati dei dipendenti – scrivono le Rsu -. La disattesa di quanto sottoscritto dalla direzione, nonché la carenza di una coerente ed attendibile comunicazione sulla grave situazione aziendale, ci costringe alla mobilitazione”.