Anticorpi monoclonali, 30 dosi anche a Vicenza. Primi curati in Veneto due veronesi
Ne sono arrivate 30 dosi anche all’ospedale San Bortolo di Vicenza: le scorte di anticorpi monoclonali sono state infatti distribuite nelle diverse provincie e oggi la professoressa Evelina Tacconelli, direttore del reparto di malattie infettive dell’Università di Verona ha presentato l’iniziativa durante il punto stampa Covid del Presidente della Regione Luca Zaia nella sede della protezione civile a Marghera.
I monoclonali sarebbero la cura utilizzata (con successo) anche dall’allora presidente Usa Donald Trump. «Insieme con la Germania – ha spiegato la professoressa Tacconelli – siamo l’unico paese ad avere approvato in via emergenziale gli anticorpi monoclonali per le cure e se riusciamo a darli entro i primi 4-5 giorni, diamo una grande possibilità alle persone che non sono ancora vaccinate e hanno alcuni fattori di rischio, di non essere ospedalizzate. A Verona siamo partiti con i primissimi casi, abbiamo corso con un incredibile lavoro di squadra e adesso vogliamo procedere rapidamente in tutta la regione. La somministrazione dura un’ora e poi il paziente rimane in osservazione per un’ora. Poi entro quattro settimane il medico chiude la cartella e ci comunica come è andata la terapia».
Nel dettaglio, sono complessivamente 245 le dosi di farmaco distribuite nei principali ospedali regionali dopo che Aifa le ha distribuite alle varie regioni martedì scorso: 33 ciascuno all’azienda ospedaliera dell’Università di Padova, a quella dell’Università di Verona e all’ospedale di Vittorio Veneto, 7 all’ospedale San Martino di Belluno e altre 7 all’ospedale San Maria della Misericordia di Rovigo, 30 all’ospedale dell’Angelo a Mestre e altrettanti all’ospedale San Bortolo di Vicenza; infine 72 son tenute di scorso presso la clinica universitaria di Padova.
In Veneto i primi pazienti ad aver ricevuto la cura son stati due uomini di 65 e 55 anni, martedì scorso e i risultati sono positivi. E’ stato fissato che possano accedere a questa terapia pazienti positivi al Covid con più di 12 anni e che abbiano almeno un sintomo e almeno un fattore di rischio, come il diabete o l’obesità. «Se riusciamo a far partire la sperimentazione la faremo sui pazienti che non ha fattori di rischio» ha aggiunto, specificando anche che l’unica controindicazione alle monoclonali sono le allergie agli eccipienti del farmaco. Per questo prima della somministrazione va verificata la presenza di allergie.
«Se le persone dimostrano attenzione e si procede con la campagna vaccinale, per l’estate dovremmo aver chiuso quasi completamente con il Covid, anche se qualche posto nelle malattie infettive dovremo tenerli. Guardiamo a chi sta meglio: in Cina non ci sono più casi. Dicembre è stato un incubo, il mese peggiore della mia vita, ma ora io vedo la fine del tunnel»