Aumentano i decessi per infortuni sul lavoro, il 2021 registra un più 22 per cento
Tornano ad aumentare i decessi per infortuni sul lavoro, il 2021 registra un trend in controtendenza rispetto all’anno precedente. Il dato però va letto considerando che il 2020 è stato condizionato dalla pandemia e da un lungo lockdown che ha costretto molte aziende a sospendere le proprie attività. A fine dicembre si registrano 105 vittime in Veneto, un aumento del 22 per cento rispetto a dodici mesi prima quando le morti registrate sono state 86. Nel resto del Paese si rileva invece una situazione opposta con un decremento medio della mortalità pari al 4% (da 1.270 del 2020 a 1.221 del 2021).
Analizzando la situazione del Veneto, le vittime rilevate in occasione di lavoro sono 78 (+20% rispetto al 2020 quando erano 65), mentre sono 27 i lavoratori che hanno perso la vita in itinere (+ 28% rispetto al 2020 quando erano 21). Guardando la classifica nazionale per numero di decessi la nostra regione si piazza al sesto posto. Il Veneto, però, continua a rimanere tra le regioni a minor rischio di mortalità sul lavoro. A fine 2021 si conferma in zona gialla, secondo il sistema di categorie basato sull’indice di incidenza, cioè il rapporto tra infortuni e popolazione lavorativa presente nella regione, proposto dall’Osservatorio Sicurezza Vega.
Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre, ha ideato ed elaborato la mappatura del rischio di morte sul lavoro; dividendo l’Italia a colori proprio alla stregua della mappatura dell’emergenza pandemica. La zona gialla, quella in cui rientra il Veneto, è la seconda fascia, dopo la bianca, che raggruppa le regioni con incidenza degli infortuni mortali sul lavoro inferiore alla media nazionale. A fine del 2021, infatti, il Veneto fa registrare un’incidenza di mortalità compresa tra 0,75 e 1 rispetto alla media nazionale (Im – Indice incidenza medio, pari a 42,5 morti ogni milione di lavoratori).
“Per quanto riguarda la riconferma dell’incremento della mortalità in regione anche a fine anno, è certamente testimonianza della ripresa economica e produttiva della nostra regione negli ultimi mesi – sottolinea Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre – Teniamo, poi, a sottolineare nuovamente che l’incidenza di mortalità rispetto alla popolazione di un territorio deve diventare il vero parametro per decretare un maggiore o minore rischio nel confronto con le altre regioni italiane”.
Rovigo è la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più. L’indice di incidenza degli infortuni mortali per la provincia rodigina, infatti, è pari a 64,2, contro una media regionale di 36,9. Seguono: Venezia (41,2), Verona (40,6), Treviso (35,9), Padova (35,4), Vicenza (27,4) e Belluno (23). Verona è la provincia in cui si conta il maggior numero assoluto di vittime sul lavoro (22). Crescono del 6 % le denunce di infortunio totali: 3.990 in più dello scorso anno (da 65.437 a 69.427). A Verona la maglia nera in regione per il più elevato numero di denunce totali di infortunio: 14.084. Seguono: Vicenza (13.140), Treviso (13.045), Padova (12.743), Venezia (11.334), Belluno (2.670) e Rovigo (2.411).