Bandiere mezz’asta per l’agguato in Congo. Tanti i legami di Attanasio col Veneto
Rientreranno in serata in Italia le salme del giovane ambasciatore nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio e del carabiniere della sua scorta, Vittorio Iacovacci, uccisi in un agguato ieri mattina mentre si recavano a visitare un progetto del Programma Mondiale per l’Alimentazione, a pochi chilometri da Goma, nel Nord Kivu, territorio instabile e devastato da scontri e violenze che proseguono ormai da 26 anni. Con loro è morto anche Mustapha Milambo, l’autista che li accompagnava.
Attanasio e il convoglio erano partiti da Goma alla volta di Kiwanja, in territorio di Rutshuru. Sono tanti i legami dell’ambasciatore ucciso con il Veneto e il Vicentino. Ieri sera era atteso proprio a Goma nel ristorante italiano di due fratelli di Isola Vicentina, “Il Rasentino”, di Francesco e Paolo Cariolato, di 31 e 30 anni.”I fratelli Cariolato, amici di un altro conterreaneo presente a Goma, il missionario laico Marco Rigoldi di Villaverla, stanno bene, sentono la nostra vicinanza e non temono che questo atto sia un segno di ostilità verso gli Italiani in Repubblica Democratica del Congo” ha spiegato Francesco Enrico Gonzo, sindaco di Isola Vicentina.
Sabato il gruppo era arrivato a Bukavu, nel Sud Kivu, dai missionari saveriani e da lì era ripartito in battello domenica mattina, dopo aver partecipato alla messa. “Luca era una persona squisita, rara da trovare nell’ambiente diplomatico, semplice e accogliente. Quando era qui c’erano persone che neanche si rendevano conto che fosse proprio lui l’ambasciatore. Per noi era un fratello”. Lo ha raccontato all’agenzia Dire il missionario saveriano padre Franco Bordignon. Padovano, Bordignon dal 1972 opera nella regione del Sud Kivu. Grande conoscitore di tutte le dinamiche del conflitto e della situazione sul campo, è il riferimento dei saveriani nella città che sorge – come Goma, sulle sponde del lago Kivu.”L’attacco è stato preparato” ha spiegato padre Bordignon in una intervista a La7. A Bukavu Attanasio aveva visitato una cooperativa finanziata dal Pam e alla sera aveva incontrato gli italiani, per lo più cooperanti e missionari, presenti in città. “La sua scomparsa è una gran perdita – ha concluso Bordignon – era un uomo semplice, di fede, ma una fede sociale, che vede nell’altro un fratello da soccorrere”. Era riuscito finalmente ad ottenere dal governo congolese anche il nulla osta per l’adozione internazionale dei bambini da parte dell’Italia”.