Battuta di caccia di Trump Jr. in zona protetta: non si placa la polemica. Esposto alla magistratura
Approda in Regione Veneto la polemica sulla battuta di caccia nel veneziano in un’area protetta (anche a specie protette) del figlio di Donald Trump con un gruppo di amici. A dare fuoco alle polveri, nuovamente, è il consigliere di Europa Verde (gruppo a cui è passato da poco dopo una bel pezzo di legislatura con il Partito Democratico) Andrea Zanoni, che ha messo i punti sulle “i” su quando dichiarato dall’assessore Cristiano Corrazzari. L’esponente della giunta Zaia si era infatti affrettato a spiegare che Donald Trump Jr e (che porta lo stesso nome del padre, presidente Usa) i suoi amici avevano ottenuto regolate autorizzazione alla caccia di specie protette.
“Se, come afferma l’assessore Corazzari, i documenti di Donald Trump Jr, erano regolari – ribatte Zanoni – allora spieghi, senza trincerarsi dietro un generico ‘tutto a posto’, quale procedura è stata seguita dagli uffici regionali. L’attuale legge regionale sulla caccia, analogamente a quanto previsto dalla legge nazionale che tra le altre cose recepisce la Direttiva Uccelli, preclude l’esercizio dell’attività venatoria in territorio regionale a chi è privo del tesserino di caccia rilasciato dalla Regione. Trattandosi di una condizione indispensabile, accanto al possesso della licenza di caccia e ai necessari propedeutici esami da sostenere per riconoscere le specie cacciabili in territorio europee, non è abbastanza chiaro, e l’assessore non si è prodigato in dettagli, come Donald Trump Jr abbia potuto esercitare l’attività venatoria”.
“Non risulta – prosegue Zanoni – che la Regione del Veneto abbia una norma analoga a quella della Regione Emilia-Romagna che permette il rilascio del tesserino regionale di caccia ai cittadini stranieri e italiani residenti all’estero dietro presentazione della documentazione necessaria per l’esercizio venatorio nel Paese di provenienza. Per avere chiarezza su tutto questo, ho appena depositato un’interrogazione urgente, perché è davvero incredibile che si possa legittimamente esercitare la caccia in Veneto senza sapere quali specie siano effettivamente cacciabili e quali no in quanto tutelate”, conclude Zanoni.
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La “nota tecnica” della Regione
Su queste dichiarazioni, ha ribattuto con una “nota tecnica” la Giunta Regionale: “In riferimento a quanto affermato dal consigliere regionale Andrea Zanoni circa la procedura amministrativa per il rilascio del tesserino venatorio a favore di cittadini stranieri con residenza estera, si evidenzia che gli Uffici regionali hanno seguito quanto previsto dalla normativa di riferimento, nello specifico l’art. 12, commi 8 e 12 della L. 157/1992 e l’art. 14 della L.R. n. 50/1993, dove è previsto che un qualsivoglia cittadino, dunque sia italiano che straniero con residenza estera, per poter esercitare attività venatoria all’interno dei confini nazionali italiani deve essere in possesso dei seguenti documenti: Porto di fucile per uso caccia (c.d. Licenza di caccia) e Tesserino venatorio rilasciato dalla Regione in cui il soggetto intende praticare l’attività venatoria”.
“Nel caso di specie – prosegue la nota -, la Regione del Veneto rilascia il Tesserino venatorio anche ai cittadini residenti all’estero sulla base della presentazione della seguente documentazione: copia del documento di identità o del passaporto del richiedente; copia dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività venatoria nello Stato estero di residenza, ovvero dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà nella quale l’interessato dichiara di essere in possesso dell’autorizzazione per l’esercizio della caccia nello Stato estero di residenza; polizza assicurativa, in lingua italiana e valida in Italia, per la responsabilità civile verso terzi derivante dall’uso delle armi o degli arnesi utili all’attività venatoria; copia del bollettino di versamento della tassa di concessione regionale a favore della Regione del Veneto di 84 euro; invito scritto in lingua italiana da parte del Concessionario di una Azienda Faunistico- Venatoria o di una Azienda Agro-Turistico-Venatoria il cui territorio ricada all’interno della Regione Veneto. Sulla base della documentazione elencata, e debitamente acquisita dagli Uffici regionali, si rilascia tramite il specifico Sistema Informativo Regionale tramite il tesserino venatorio ai cittadini stranieri con residenza estera”. La Regione stessa, però, sottolinea nella “nota tecnica”, di aver “inoltre ritenuto di attivare una procedura di verifica tramite la Polizia Venatoria per svolgere gli opportuni approfondimenti del caso“.
Lorenzoni: “Aggressione prepotente”
“La battuta di caccia del figlio di Donald Trump in un’area tutelata la valuto alla stregua di un’aggressione prepotente di chi crede di poter comprare qualsiasi cosa”. Lo dichiara il consigliere regionale Arturo Lorenzoni (portavoce dell’opposizione in Consiglio Regionale) sostenendo “il collega Andrea Zanoni, che ha annunciato un esposto alla Magistratura”.
“Le regole devono valere per tutti – mette in chiaro Lorenzoni -. Se lo avesse fatto qualsiasi altra persona, e non il figlio di Trump, sarebbe stata un’azione da condannare ugualmente. Ora, giustamente, sarà tenuto a rispondere alle autorità preposte. Cacciare in laguna infrangendo le leggi in vigore, peraltro in un luogo che per definizione è protetto, e poi mettere il video sul web, significa non avere il benché minimo rispetto della fragilità di quel particolare ambiente – evidenzia Lorenzoni -. Un atteggiamento arrogante, il suo, e bene ha fatto Zanoni a togliere il velo rispetto ad un fatto che è stato come uno schiaffo dato alle nostre terre, da salvaguardare ad ogni costo”.