Bilancio, l’ira delle opposizioni: “Aumenta l’Irap e mancano risorse per universitari e dissesto”

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E’ una manovra di bilancio che sta facendo discutere quella approvata dal Consiglio Veneto nei giorni scorsi con 35 voti a favore e 10 contrari. Dure le prese di posizione da parte dell’opposizione, ma preoccupate anche le reazioni dopo l’analisi dell’ufficio studi di Confartigianato Imprese Veneto che pronostica un rincaro medio dell’Irap pari a 112 euro annui per le società di persone e di 628 euro per quelle di capitali.

Una proposta legislativa, quella licenziata non senza polemiche, che apporta una serie di modifiche agli stanziamenti di spesa e di entrata derivanti dal monitoraggio delle disponibilità finanziarie dell’ente e dallo svincolo di una quota degli utili di CAV, Concessioni Autostradali Venete – la società per azioni partecipata dalla Regione che opera nel settore della gestione in concessione di tratti autostradali – per circa 34,8 milioni di euro a fronte di un valore complessivo della variazione che è di circa 42 milioni, destinati per circa due terzi al finanziamento del gap tra entrate derivanti dall’applicazione di pedaggi e spese per canoni da corrispondere al concessionario della Superstrada Pedemontana Veneta, mentre la restante quota sarà indirizzata verso altri investimenti viari. Per quanto riguarda gli altri fronti di spesa, 3,5 milioni di euro sono destinati a cultura, enti locali, turismo e sociale, mentre ulteriori 3,2 milioni di euro saranno suddivisi tra opere di somma urgenza sul fronte della difesa del suolo e investimenti su portualità e ciclovie.

Un processo integrato di Bilancio “just in time”, così come definito dall’assessore al bilancio Francesco Calzavara soddisfatto per aver così dribblato i tagli governativi, che non ha però convinto le opposizioni: “Per la prima volta – ha attaccato Vanessa Camani, Pd – la variazione di bilancio non andrà ad intervenire laddove di solito era necessario un recupero di risorse per garantire servizi, dal fronte della disabilità e della non autosufficienza, ai bisogni sociali più in generale. Inoltre la variazione non sarà in grado di coprire i sussidi legati alle borse di studio universitarie. Ad oggi sono 3285 gli studenti universitari che non sono stati in grado di ottenere quel sussidio cui avevano diritto: vogliamo sapere dall’assessora all’istruzione quanti di questi studenti, proprio a causa della mancata borsa di studio, hanno dovuto rinunciare al loro percorso. Non da ultimo – ha incalzato ancora Camani – restano al palo anche i finanziamenti per il dissesto idrogeologico. Dopo l’utilizzo di una mole cospicua di finanziamenti nazionali, il livello di sicurezza è ancora insufficiente e non c’è alcuna certezza nemmeno per i ristori alle popolazioni danneggiate”.

Parole che denotano il solco tra un’opposizione nettamente sugli scudi e una maggioranza che potrebbe dover presto affrontare nuove sforbiciate di Roma con il rischio di dover mettere mano a quell’Irpef congelata ormai da tre lustri: “Questa manovra non risponde ai bisogni dei veneti, e non per motivi congiunturali ha concluso la capogruppo dem – ma perché la politica regionale di bilancio non ha provveduto a politiche espansive, perché vi è un eccesso di debito ereditato dagli anni precedenti, per le politiche di ‘austerity’ perseguite negli anni e per la gestione della Superstrada Pedemontana Veneta, caratterizzata dalla differenza tra stime e realtà: in una regione normale sarebbe necessario istituire una Commissione per trattare la vicenda. E invece noi veneti dobbiamo ancora una volta pagare granando sulle tasche dei cittadini, senza peraltro conoscere ancora i costi reali di quest’opera”.