Bustarelle ai medici, Zaia avvia un’indagine regionale. Controlli in tutte le Ulss
Dopo l’università di Padova e la procura, anche la Regione Veneto accende i riflettori sui reparti dell’azienda sanitaria padovana dove due professionisti, ripresi di nascosto dalle telecamere della trasmissione Rai “Petrolio”, secondo quanto appare dal video hanno chiesto bustarelle ai pazienti per accelerare i tempi di servizi sanitari: il governatore Luca Zaia ha inviato gli ispettori, incaricati di effettuare “serie e rigorose verifiche”. Non solo: l’indagine regionale si estenderà a tutte le Ulss venete.
Il caso è emerso qualche giorno fa, la Procura di Padova ha già aperto un’inchiesta e l’azienda sanitaria ha sospeso i due medici coinvolti, il professor Pietro Litta della Clinica di Ginecologia e Ostetricia e la ginecologa Alessandra Andrisani. Il primo è accusato di aver offerto, a fronte di una tangente, di tagliare la lista d’attesa per un intervento di chiusura delle tube. La seconda di aver offerto alla finta paziente (l’inviata Rai) uno sconto sulla visita se rinunciava alla fattura.
Il presidente della Regione ha dato mandato al servizio ispettivo dell’Azienda Zero di attivare un’indagine amministrativa interna in relazione ai due episodi. Gli ispettori regionali saranno un dirigente medico, un dirigente esperto in organizzazione e gestione delle liste d’attesa, un esperto amministrativo di contrattualistica del lavoro. Come chiesto dal governatore, il loro compito sarà quello di “effettuare severe rigorose verifiche” sul funzionamento del sistema di prenotazione e sul rispetto della delibera della Giunta regionale del 2013 con la quale si disponeva il divieto di svolgere attività intramoenia allargata. Si tratterà di un complesso lavoro “incrociato”, che interesserà a tappeto tutte le strutture sanitarie pubbliche e private-convenzionate del Veneto.
Le verifiche partiranno dall’attività dell’azienda ospedaliera coinvolta e di tutte le Ulss della regione per appurare se dipendenti del sistema pubblico, o universitari, abbiano rispettato quanto disposto dalla delibera regionale del 2013. Verrà anche svolto un controllo su tutte le strutture sanitarie private-accreditate per verificare se, quando e con che modalità dipendenti pubblici o universitari vi abbiano prestato la loro opera.