Caro bollette, continua la corsa inarrestabile dei prezzi. Piccinini: “Puntare all’autosufficienza”
Il tema sul caro bollette continua a tenere banco, sembrano non essere sufficienti i 5,5 miliardi di euro messi a disposizione dal Governo per abbattere i costi di energia elettrica e gas. La questione, in realtà, va vista a lungo termine e non può essere una cascata di denari a risolvere il problema ma rischia di metterci solo una toppa. I miliardi destinati a famiglie ed aziende servono a “limitare i danni” nel periodo gennaio-marzo 2022 riproponendosi successivamente. La corsa al mercato libero, al blocco dei prezzi con i propri fornitori o all’acquisto di sistemi per le energie rinnovabili sembra non trovare immediate e concrete risposte.
Sul tema interviene il Consigliere regionale di Veneta Autonomia Tomas Piccinini che senza giri di parole commenta così: “Servono più risorse per famiglie e imprese e la revisione di progetti come l’estrazione di gas dai nostri mari. Auspico che il Governo intervenga mettendo a disposizione più soldi e rivedendo la decisione di rinuncia al Piano trivelle nazionale. Gas comprato dalla Russia, energia elettrica proveniente per grande parte dalle centrali nucleari della confinante Francia: è uno scenario di una politica energetica di totale sudditanza. Le tensioni tra Ucraina e Russia rischiano di tradursi in maggiori difficoltà nell’approvvigionamento del gas con un ulteriore rincaro dei costi”.
“Negli ultimi trent’anni – ricorda Piccinini – l’Italia ha rinunciato sistematicamente a progetti di autosufficienza energetica attraverso lo sfruttamento delle risorse presenti nel Paese. Ultimo, in ordine di tempo, il “Piano regolatore delle trivelle” licenziato nel 2018 dal primo Governo Conte che ha fermato lo sfruttamento dei giacimenti nazionali di gas. Per combattere il caro bollette il Governo Draghi è intervenuto ad inizio gennaio con un primo stanziamento di 3,8 miliardi di euro cui sono stati aggiunti 1,7 miliardi di euro nell’ultimo Consiglio dei Ministri del 21 gennaio di quest’anno. Interventi che, pur perseguendo un fine nobile cioè quello di aiutare famiglie e imprese, rischiano di pesare come una goccia d’acqua nel mare”.
“La transizione verso le rinnovabili va coltivata e perseguita; ma nel frattempo è necessario pensare anche al presente. L’inflazione registrata negli ultimi mesi, infatti, è riconducibile quasi esclusivamente all’aumento dei prezzi delle bollette e va combattuta subito. L’Italia non può più essere ostaggio di Paesi a democrazia zero, che usano le risorse energetiche per combattere le loro guerre. Bisogna reagire e agire ora, non demandare alle future generazioni. Per questo – conclude Piccinini –auspico che il Governo si muova su tre fronti: stanziare più risorse a sostegno del caro bollette; aumentare i bonus fiscali a favore delle famiglie e imprese che scelgono di investire in fonti di energia rinnovabile; rivedere la decisione di rinuncia al Piano nazionale delle trivelle e favorire così l’estrazione del gas dai nostri mari”.