Case popolari, dopo la bocciatura della Consulta Zaia insiste: “Premieremo i veneti”
Cerca un modo per raggirare la bocciatura della Corte Costituzionale, Luca Zaia. Al presidente della Regione del Veneto non ha digerito l’incostituzionalità della Legge Regionale del 2017. “Se per la Corte Costituzionale la residenza in Veneto da almeno cinque anni, anche non consecutivi, non può essere un requisito necessario per l’accesso alle case popolari vorrà dire che interverremo assegnando punteggi più alti a chi dimostra di aver posto radici da tempo nel nostro territorio. Premieremo nelle graduatorie chi dimostrerà di risiedere in Veneto da tempo”. una frase che somiglia a un giro di parole.
Zaia lo ha detto ieri intervenendo sulla decisione della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale l’ articolo 25 della legge 39/2017 della Regione Veneto, articolo che disciplina l’accesso agli alloggi popolari prescrivendo un vincolo di residenza.
Adeguare i bandi
“È bene chiarire che la legge bocciata dalla Corte Costituzionale risale al 2017: all’epoca c’era un governo di un colore politico ben diverso rispetto a quello della nostra amministrazione, il governo Gentiloni, che non impugnò la nostra legge, reputandola evidentemente corretta. Prendiamo atto della sentenza della Corte, ma adegueremo la formulazione dei bandi: garantiremo maggiori punteggi a coloro che sono residenti da tempo nel territorio del Veneto, premiando chi dimostra di voler mettere radici e dare qui un futuro alla propria famiglia”, rende noto il presidente.
“L’annullamento del principio di residenza pregressa pone sullo stesso piano chi è nato in Veneto o chi ci vive da tempo, portando il proprio contributo, con chi è magari è arrivato solo da qualche ora nel nostro territorio e chiede un alloggio pubblico in attesa di trasferirsi altrove. Mettendosi anche nei panni degli stranieri che hanno scelto di far crescere la propria famiglia nella nostra regione, questa scelta appare illogica. Premiamo invece la voglia d’integrazione, di crescita comune, di visione verso il domani in un territorio da sempre accogliente”. Affermazioni che a dire il vero mal si sposano con i tempi burocratici che passano dal momento in cui esce un bando di edilizia residenziale pubblica a quello in cui una persona può vedersi assegnata una casa, dato che si parla non di mesi ma di anni. Di certo non la situazione di chi si trova in Veneto da “qualche ora”, “qualche giorno”.
La situazione a Vicenza
Esulta invece il Comune di Vicenza, che aveva già proposto delle modifiche
a vantaggio di famiglie che risiedono qui da meno di cinque anni. Dopo il bando dello scorso novembre e di fronte a una emergenza abitativa drammatica, aveva già inserito in modo provvisorio 49 domande (su un totale di 1.110) pervenute senza avere avere il requisito della residenza da cinque anni in Veneto, in attesa della pronuncia della Consulta. “Entro aprile pubblicheremo la graduatoria provvisoria” spiega l’assessore Matteo Tosetto.