Casello A4 e Spv, Lorenzoni: “Zaia inaugura, ma i conti li fa pagare a noi”
“Oggi, Zaia, a Montecchio, dove l’amministrazione leghista è appena stata sonoramente bocciata, manda in scena l’ennesima cortina di fumo sulla Superstrada Pedemontana Veneta, cercando di mascherare un’opera che potrebbe anche essere utile, ma che costa carissima ai Veneti, dopo la revisione del contratto di project financing del 2017, ovvero il Terzo atto convenzionale, allegato B della DGR 708 del 16 maggio 2017. I nuovi termini di contratto con i privati di SIS prevedevano l’entrata in funzione della SPV nel 2020, con un meccanismo di aggiornamento del canone di disponibilità basato su tasso reale di inflazione e su una progressione prestabilita per i 39 anni di concessione”.
Così il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale del Veneto Arturo Lorenzoni che spiega: “La Spv è stata di fatto consegnata a maggio 2024 ed ora l’anno 1 di concessione non è più il 2020, ma il 2024. Nell’attesa del collaudo dell’intera tratta, tutti i pedaggi incassati tra il 2021 e il 2023, che stimo in 122 milioni di euro, sono stati girati al concessionario. Il canone dovuto nel 2024 è dunque quello stabilito per il 2020, 153,95 milioni di euro, o deve essere aggiornato secondo i criteri prestabiliti, che secondo la formula riportata nella DGR stimo in 199,1 milioni di euro? O ancora, deve essere aggiornato in base solo all’inflazione reale misurata tra il 2020 e il 2024? La differenza è notevolissima. Tra il canone base e il valore aggiornato al 2024 ci sono ben 45,2 milioni di euro, come mostra il primo grafico che disegna il canone di disponibilità del primo anno calcolato con i termini della DGR 708 tenendo conto del tasso reale di inflazione tra il 2020 e il 2024″.
“La differenza – prosegue Lorenzoni – si riduce a ‘soli’ 28 milioni di euro nel caso si tenga conto unicamente dell’inflazione. Attenzione, perché se venissero riconosciuti i 45,2 milioni di euro iniziali, i canoni riconosciuti crescono in tutti i 39 anni di concessione, per cui valgono circa 2 miliardi in più, come si vede nel secondo grafico che riporta il solo incremento comunque garantito e tabellato, senza contare l’aggiornamento per l’inflazione. Un’enormità”.
“Per capire quale debba essere il canone di disponibilità nel 2024, primo dei 39 anni di concessione – prosegue il consigliere – è in corso un lodo tra la Regione concedente e il concessionario privato: i 153,95 milioni di euro dell’anno 1 come sostiene la Regione, o i 199,1 milioni di euro come si evince dall’aggiornamento e immagino possa sostenere il concessionario? In ogni caso, la somma che dovrà sborsare la Regione nel 2024 sarà altissima, data dalla differenza tra il canone di disponibilità e i pedaggi incassati. Questi erano 63 milioni di euro nel 2023 e, se pur aumenteranno nel 2024 per l’apertura dell’interconnessione con la A4, saranno lontani dal canone di disponibilità dovuto e vi dovranno far fronte i contribuenti. Per via che non si mettono le mani in tasca ai Veneti”.
“Una buona amministrazione – conclude Lorenzoni – dovrebbe tagliare meno nastri e vigilare di più sui costi. Il presidente lasci perdere le cerimonie e apra una contrattazione severa con il concessionario, a questo punto è l’unica cosa seria da fare”.