Chiede il patrocinio gratuito “dimenticando” i 300 mila euro di proventi da truffe

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In sede di processo pretendeva fortemente essere difeso in Tribunale a spese dello Stato, ed era convinto di averne diritto, visto che i proventi illeciti incamerati per una serie di truffe – si parla di circa 300 mila euro – non rientravano nei redditi dichiarati. Ecco perché un noto pregiudicato che risiede in provincia di Treviso, ma che ha perpetrato le sue attività illecite in più occasioni nel Vicentino, è stato scoperto dal team delle Fiamme Gialle che ha aggiunto un’ulteriore denuncia nei suoi confronti, dopo la verifica sui “conti” e sull’effettiva disponibilità economica.

A fronte degli 11 mila euro dichiarati, ne possedeva trenta volte tanto. Come? Grazie a finte vendite di auto usate, che proponeva a ignari acquirenti sulle piattaforme web dove si commercia e scambi di tutto, ma spesso senza garanzie nel corso delle compravendite. In più nel suo curriculum criminale risultano denunce legate a episodi di violenza, ad esempio per lesioni personali.

Va da sé, poi, che l’istanza di ammissione al gratuito patrocinio legale per la difesa in vista del procedimento a carico del lestofante, è stata rigettata. Ma solo grazie all’indagine dei finanzieri incaricati. Le attività investigative avevano preso avvio da una richiesta inoltrata al Gruppo di Treviso dal Gip e diretta a verificare la conformità della dichiarazione resa dal pluripregiudicato ai presupposti di legge. I finanzieri, all’incrocio delle informazioni relative al truffatore seriale con le banche dati, hanno evidenziato che era gravato da precedenti per reati contro il patrimonio e indagato per episodi di truffa, estorsione e lesioni personali commessi nella provincia trevigiana. Le vittime dei suoi raggiri on line invece ad Arezzo, Caserta, Salerno, Venezia, Verona, Vicenza. Tutti acquirenti gabbati per qualche migliaio di euro che, dopo aver risposto ad annunci on line relativi alla vendita di automobili usate, avevano effettuato i pagamenti richiesti, senza però ottenere la disponibilità dei veicoli.

A condurre l’indagine sono i finanzieri del Gruppo di Treviso ma il truffatore è “conosciuto” anche nelle province di Vicenza e Verona

 

All’indagato, che dovrà ora rispondere di un reato punibile con da 1 a 5 anni di reclusione e la multa da 300 a 1.500 euro, è stato recentemente notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. “L’operazione della Guardia di Finanza di Treviso in sinergia con i locali Uffici Giudiziari ha avuto il fine di impedire l’illegittima concessione del gratuito patrocinio a un soggetto che non ne aveva diritto, garantendo quindi il corretto utilizzo delle risorse pubbliche destinate a coloro che effettivamente versano in condizioni socioeconomiche svantaggiate“.