Covid-19: il Veneto rimane zona “gialla”, ma ora è assediato da regioni “rosse” e “arancioni”
Il Veneto rimane in fascia “gialla”, per quel che riguarda le misure di contrasto all’epidemia da Covid-19. La conferma è arrivata alle 17,30 dall’ordinanza che il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà in serata.
Diventano zona “rossa”, invece, da domenica 15 novembre sia la regione Campania che la Toscana, mentre Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche passano da zona “gialla” a zona “arancio”.
Il Veneto supera quindi una seconda volta l’esame dei 21 parametri che fissano la situazione rispetto al rischio del contagio, ma diventa così una ragione “assediata”, intorno, da regioni “rosse” o “arancioni”. Il report della cabina di regia si basa sui dati regionali della settimana dal 2 all’8 novembre: Toscana e Campania hanno evidenziato un livello di rischio alto (con un Rt superiore a 1,5) e uno scenario 4, mentre le altre tre Regioni presentano un rischio 3 e un Rt tra 1.25 e 1.50.
I dati di oggi
Nonostante rimanga in zona “gialla”, il Veneto continua a mostrare numeri preoccupanti, in particolare per quel che riguarda la situazione negli ospedali, dove si è praticamente raggiunto il picco di pazienti del marzo scorso, che fu 2200. Il bollettino regionale delle 17 di venerdì 13 novembre segna infatti 2.186 ricoverati negli ospedali della regione, dei quali ben 230 in terapia intensiva. A questi vanno poi aggiunti altri 152 pazienti ricoverati negli ospedali di comunità.
Quanto ai contagi, sono 3.124 i nuovi positivi registrati nelle ultime 24 (confronto fra bollettino di Azienda Zero di oggi alle 17 e quello di ieri alla stessa ora): i casi complessivi sono infatti 95.285, mentre i casi attualmente positivi sono 57.832 (rispetto a ieri pomeriggio sono 2.203 in più: un numero inferiore ai nuovi casi perché ovviamente vi sono anche dei guariti).
Record tamponi, oggi, come ha comunicato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia in conferenza stampa: 47 mila, dei quali 17 mila molecolari e 30 mila rapidi. “Se facciamo un confronto fra i tamponi attuali e quelli del 21 marzo scorso, il momento più nero – ha osservato Zaia – possiamo dire che oggi dovremmo trovare oltre 9 mila positivi. In quella data a marzo, infatti, avevamo 412 contagi con 2.170 tamponi fatti. Oggi facciamo 23 volte tanto quei test”.