Covid, sindacato veneto dei medici di base: Regione ci convochi o sarà sciopero
“Invece di fare conferenze stampa, il direttore generale della sanità del Veneto Luciano Flor dovrebbe convocare i sindacati dei medici di medicina generale, per affrontare i problemi che si sono ormai incancreniti”.
Lo afferma parlando all’agenzia Dire il segretario di Snami (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani) del Veneto Salvatore Cauchi, che risponde a tono a Flor, oggi molto duro con il sindacato che ha già dichiarato stato di agitazione e minaccia di indire uno sciopero informatico.
Luciano Flor, il numero uno della sanità veneta, oggi in conferenza stampa a Padova oggi, nella sede di Azienda Zero, aveva respinto al mittente ogni accusa di cattiva organizzazione del sistema, a livello regionale, dimostrandosi seccato di fronte alla minaccia dei medici di famiglia veneti, riuniti sotto le sigle Snami e Smi – rappresentativi di circa il 35% dei dottori di base -, che hanno annunciato uno sciopero dell’attività informatica dal 16 febbraio fino a fine marzo, dal lunedì al mercoledì di ogni settimana.
“Sono due anni che chiediamo di essere convocati, mentre Flor ci ha sempre e solo mandato ordini di servizio e caricati di burocrazia come i muli degli alpini”, attacca Cauchi. “Noi abbiamo chiesto l’incontro anche in momenti in cui l’emergenza era calata, l’abbiamo chiesta centinaia di volte per risolvere i problemi del territorio che si sono incancreniti. Ci sono zone del Veneto senza medici di medicina generale, senza medici di continuità assistenziale non ci sono medicine loro risolvono la cosa aumentando il massimale. Certo, il mulo è la, carichiamolo sempre di più, tanto il mulo muore ma non si lamenta. Io non mi sento un mulo, sono un cavallo e scalcio”, prosegue.
L’agitazione, e di conseguenza l’eventuale sciopero, non riguardano l’effettuazione dei tamponi, spiega poi Cauchi. “Il ricorso al Tar (citato oggi da Flor, ndr.) non c’entra niente e le rivendicazioni che stiamo portando avanti non hanno niente a che fare con il ricorso. Lo abbiamo fatto due anni fa e non era dovuto alla mancanza di volontà di fare i tamponi ma riguardava la modalità con cui era stata fatta la delibera perché non è stata fatta alcuna contrattazione sindacale, e questo Flor lo sa benissimo”.
Se i medici di medicina generale fanno relativamente pochi tamponi è perché “le Ulss ci hanno coinvolti poco, hanno preferito organizzare degli hub portando medici ospedalieri e pagandoli a peso d’oro, senza coinvolgerci. All’inizio ci hanno dato 40 tamponi e poi chi si è visto si è visto”, lamenta. Insomma, Flor “dice che non abbiamo voglia di fare niente, nel frattempo noi stiamo morendo e i colleghi si stanno dimettendo perché sono in burnout”, conclude Cauchi, con un nuovo invito a Flor: “invece di fare una conferenza stampa oggi avrebbe dovuto convocarci”.