Domani si celebra la giornata nazionale del dialetto: in Veneto lo parlano in sette su dieci
“Per i veneti il dialetto non è solo una lingua ma è una parte fondamentale del vivere quotidiano, della nostra storia e delle nostre tradizioni. In Veneto sette persone su dieci parlano veneto, un dato che non può essere interpretato come mera statistica ma che rappresenta invece un sentimento ed un attaccamento verso la lingua madre, quella che viene dal cuore. Quella che riflette il modo stesso di pensare e di vedere il mondo. Ecco perché l’affermazione e la tutela della nostra identità non possono prescindere dalla difesa e dalla valorizzazione della nostra lingua”.
Lo afferma Luca Zaia,presidente della Regione Veneto, alla vigilia della “Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali”, che ricorre domani, 17 gennaio. La lingua veneta è una lingua europea originata nella Venetia storica e parlata da otto milioni di persone. È catalogata dall’ISO (codice lingua: VEC) e riconosciuta dall’Unesco. E’ stata inoltre riconosciuta come patrimonio linguistico-culturale dalla Legge Regionale 8 del 2007.
“Nel marzo 1988 il Consiglio d’Europa ha affermato come ‘il diritto delle popolazioni ad esprimersi nelle loro lingue regionali o minoritarie nell’ambito della loro vita privata e sociale costituisce un diritto imprescrittibile’ – prosegue Zaia –. E’ quindi legittimo dare il giusto rilievo a quello che viene impropriamente definito ‘dialetto’ e che in realtà è una vera e propria lingua, nella quale è racchiuso il nostro patrimonio genetico e identitario. Una lingua viva, fatta di tante parlate locali, alla quale nel nostro territorio si aggiungono anche altre importanti realtà, come ad esempio il ladino, il cimbro, le parlate del friulano e del ferrarese, che consideriamo preziose risorse culturali, che vogliamo siano conservate a valorizzate anche in futuro”.
“Gli Stati più avanzati e rispettosi dei diritti delle minoranze hanno capito che quando un popolo è cosciente della propria identità è più disponibile alla comprensione delle culture altrui: la lingua veneta e la sua tutela non sono un vezzo identitario, ma sono un modo per raccontare agli altri chi siamo e per portare questa nostra ricchezza al mondo” conclude il presidente Zaia.