Epidemia, Veneto che Vogliamo: “Manipolati i dati degli asintomatici per rimanere in zona gialla?”
Come mai siamo sempre in zona gialla anche se abbiamo più contagi e morti di tutti? A questa domanda, due esponenti de “Il Veneto che Vogliamo“, fra cui lo scledense Carlo Cunegato, rispondono con un dubbio che pesa come un macigno: “Per restare in zona gialla il Veneto ha manipolato i dati sulla pandemia?”.
“La condizione drammatica in cui si trova il Veneto da qualche settimana – affermano la veneziana Vania Trolese e il vicentino Carlo Cunegato – pone legittime domande sul perché la nostra regione sia sempre stata classificata a basso rischio da parte del famoso algoritmo governativo”. I dubbi partono ancora dalla denuncia dei medici dell’Anao sui numeri dei posti di terapia intensiva, “che anziché 1.016, come dichiarato dalla Regione, sarebbero solo 540; Zaia ha ammesso che mancavano gli operatori per farli funzionare, ma intanto l’algoritmo continua a considerarne 1.016. Questo è gravissimo. Sempre Anao riferisce che anche i numeri dei ricoveri dei pazienti Covid potrebbero non essere reali. Molti di essi, difatti, permangono a lungo in cura ai Pronto Soccorso ‘in attesa di posto letto’ e pertanto non vengono registrati”. Un fatto, quest’ultimo, confermato oggi anche dal direttore generale dell’Ulss 8 Berica, Giovanni Pavesi, durante il settimanale punto stampa.
Sopra a queste informazioni ne deflagra ora un’altra, riferita agli esponenti di VcV da operatori del sistema di biosorveglianza sull’epidemia attivato dalla Regione Veneto attraverso una piattaforma digitale e che consente ad Azienda Zero di elaborare i dati dei pazienti positivi al Covid, in base alle informazioni fornite dai laboratori che processano i tamponi molecolari e dai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica (delle Ulss che effettuano i tracciamenti e la sorveglianza attiva).
Compito specifico degli operatori dei cosiddetti Sisp è inserire i dati qualitativi sulla persona Covid positiva: contatti stretti, l’eventuale sintomatologia, la data di inizio dei sintomi, il periodo di isolamento fiduciario, evoluzione dello stesso. “Proprio questi operatori, a partire dal mese di ottobre – denunciano Trolese e Cunegato – hanno notato talvolta, durante la
procedura di inserimento dei dati la presenza della seguente anomalia: spesso digitando i
nominativi degli assistiti con tampone molecolare positivo, accanto all’esito del tampone compariva la voce “asintomatico”, voce che avrebbe dovuto essere inserita dall’operatore stesso e non comparire di default per i soggetti positivi”.
“Ricordiamoci – proseguono i due esponenti di VcV – che a causa del mancato potenziamento del Dipartimento di prevenzione, previsto dal Governo e dalla stessa Regione e mai attuato, il sistema dei tracciamenti già dalla fine di settembre aveva cominciato a barcollare, accumulando ritardi nella presa in carico dei casi, fino al tracollo verificatosi nel mese di novembre. Questo considerare asintomatico ogni soggetto fino al momento in cui l’operatore ha la possibilità di inserire i dati corretti nel programma non poteva essere un semplice errore informatico, quindi più probabilmente aveva a che fare c on una decisione presa in qualche parte della Regione. L’effetto
di questa operazione è facilmente comprensibile: sottodimensionare i dati reali
sull’andamento dell’epidemia in Veneto”.
“I risultati – spiegano Trolese e Cunegato – difatti sono molteplici: dimostrare la presenza di un numero di soggetti positivi sintomatici inferiore a quello realmente presente in un dato periodo nel territorio regionale; attestare una migliore capacità di monitoraggio da parte del Sisp perché la scritta ‘asintomatico’ presuppone che il soggetto sia già stato valutato; provare che, con un così alto numero di soggetti asintomatici, i Pronto Soccorso e le terapie
intensive avrebbero retto l’urto della seconda ondata di contagi. Questi tre fattori, guarda caso, concorrono direttamente a determina re il colore delle zone gialle, arancio o rosse. Come mai il Veneto è rimasto in zona gialla nonostante tutti i morti, gli ospedali pieni, gli operatori sfiniti e spesso contagiati? Uno dei parametri più importanti, come è noto, è il
numero di terapie intensive, che, come ha affermato lo stesso Zaia, è stato sovrastimato. Un altro parametro fondamentale per determinare le zone è dato dall’indice Rt, che misura il grado di trasmissibilità del virus. E come si calcola? Solo sui positivi sintomatici. Quindi anche questo parametro potrebbe essere stato alterato. Ad oggi è evidente che la gestione della seconda ondata in Veneto è stata catastrofica. Siamo la regione con più contagiati e morti, sicuramente anche perché siamo rimasti in zona gialla. Queste ulteriori informazioni aumentano i dubbi sull’attendibilità dei dati forniti dalla Regione al governo, per stabilire la classificazione della zona di rischio. Pretendiamo chiarezza su tutti i dati forniti, dalle terapie intensive, al numero dei positivi sintomatici. Troppi veneti sono morti e stanno morendo. Troppi veneti sono morti e stanno morendo. Bisogna che ci sia trasparenza e che eventuali responsabilità vengano accertate”.
Intanto, proprio in questi giorni, il Coordinamento Veneto Sanità Pubblica (CoVeSap) sta in presentando, attraverso i Comitati locali (ne riunisce 13), un esposto alle Procure della Repubblica di Venezia, Padova, Rovigo, Treviso, Vicenza, Verona su presunte inosservanze nella gestione della lotta alla pandemia nel Veneto.