Giovani e disagio psicologico. Dalla Regione 2 milioni di euro per equipe specifiche
Oltre 2 milioni e 200 mila euro per il sostegno dei giovani in situazioni di disagio psicologico. È l’importo destinato dalla Regione Veneto per l’implementazione delle Unità Funzionali Distrettuali Adolescenti, che si occupano di servizi per la presa in carico multidisciplinare dei ragazzi e delle famiglie che attraversano situazioni di difficoltà conseguentemente agli effetti delle misure di contenimento della pandemia. Il provvedimento dispone la ripartizione delle risorse tra le varie aziende sociosanitarie territoriali per un totale complessivo di 2.274.172 euro, suddivisi in 651.345 euro riservati al reclutamento di professionisti sanitari e assistenti sociali, e 1.622.827 euro per quello straordinario di psicologi.
Le varie aziende sanitarie, dunque, dovranno individuare almeno un distretto pilota dove avviare l’Ufda. All’Ulss 8 Berica è andato il 10 per cento dell’importo totale stanziato con 227.417,20 euro, mentre all’Ulss 7 Pedemontana il 7 per cento con 159.192,04 euro. Le risorse finanziarie sono state distribuite sulla base della percentuale della popolazione regionale residente nel rispettivo territorio. “Con la diffusione del contagio da covid e l’introduzione delle misure per prevenirlo – spiega l’assessore alla Sanità e ai Servizi Sociali, Manuela Lanzarin – i bambini e i ragazzi sono stati i primi a vivere, nel contesto scolastico, le conseguenze del distanziamento sociale e di altri provvedimenti. Queste misure di contenimento della diffusione del coronavirus hanno messo a dura prova la tenuta psicologica individuale e collettiva dei giovani, complicata anche dalla assenza di relazioni indispensabili per la loro crescita in termini di benessere. Non solo c’è stata la chiusura delle attività scolastiche e l’attivazione della didattica a distanza, ma ai ragazzi sono state precluse moltissime altre forme di socializzazione, dallo sport all’attività nelle palestre e nelle strutture natatorie coperte, dalla visione nei cinema all’attività teatrale e altri intrattenimenti culturali, fino allo stesso riunirsi tra amici o altre forme di ricreazione. Una situazione così prolungata da assumere i contorni di un vero patimento”.
Nello specifico le Ufda si occuperanno di una prima valutazione e accoglienza, con una logica d’intervento a bassa soglia per valutare e processare tutte le segnalazioni provenienti dal territorio. Poi verranno raccolti i di dati attraverso l’ascolto diretto dell’adolescente o di tutte le persone che ruotano intorno a lui come genitori, insegnanti, animatori. Come ultimo step è prevista un’analisi multidimensionale. Seguendo il modello di lavoro ecologico/contestuale i diversi operatori, in un’ottica multidisciplinare, delineeranno le ipotesi d’intervento.
“Con l’approvazione di questa delibera – prosegue Lanzarin – abbiamo l’obbiettivo di prenderci cura della persona e non del sintomo. Diamo attuazione, infatti, a quanto prodotto dal Gruppo di Lavoro, coordinato dalla Unità Organizzativa Famiglia, Minori, Giovani e Servizio Civile della Direzione Servizi Sociali regionale che ha elaborato una proposta di piano che individua, quale ambito di intervento strategico su cui investire il servizio UFDA, ovvero una equipe multi-disciplinare aperta e disponibile a offrire consulenza e presa in carico agli adolescenti e alle loro famiglie in merito ai diversi possibili disagi e ai disturbi psichici legati alla pandemia in atto”.