Il presidente Zaia contro i dati in valori assoluti (e i titoli): “la storia ci darà ragione”
“Il Veneto ha più positivi in Italia perchè li andiamo a cercare, non perchè ce ne sono di più, sembra che la nostra virtuosità venga punita”. Questa una delle frasi proferite nel punto stampa di Marghera dal presidente regionale Luca Zaia, indispettito dai titoli di stampa nazionale e locale che indicano il Veneto come regione con più casi di positività in Italia, figli dei dati degli ultimi 4 giorni di rilevazione. Una conferenza stampa-fiume, durata un’ora e mezza e ricca di spunti, a più voci nell’occasione. “Con questo non voglio dire che siamo un’isola felice” ha aggiunto Zaia, che ha ribadito per l’ennesima volta la necessità di evitare assembramenti, con riferimento alle code di ieri per le località turistiche di montagna. Poi l’analisi più approfondita.
“Per noi il trend è di timida discesa nel complesso – ha esordito oggi -. In Veneto non abbiamo avuto impennate come in Piemonte o in Lombardia, ma una curva in progressivo incremento, poi il pianoro, e ora si spera che pian piano decresca. Ricordiamoci a che a marzo c’è stato un lockdown, che ha fatto da differenziale rilevante rispetto alla situazione di ottobre e novembre ed è quindi inevitabile che i tassi di ospedalizzazione ne risentono. Qui in Veneto sono circa 600 i pazienti ricoverati in più rispetto a marzo. Poi c’è sempre la partita del distanziamento sociale: se la gente non si mette in testa di rispettare le regole il virus continua a circolare”.
ZAIA REPLICA A STAMPA E ISS. “Noi facciamo una strage di tamponi, in certe giornate arriviamo circa 60 mila. Non c’è omogeneità di dati a livello nazionale, ne ho parlato proprio stamattina con il professor Silvio Brusaferro dell’Iss. I dati assoluti – quelli che ieri mostravano il Veneto con valori “doppi” rispetto – non sono indicativi. Vanno rapportati ai tamponi fatti, e noi ne facciamo più di tutti, perchè utilizziamo i test rapidi che finalmente vengono conteggiati come denominatore”.
L’assunto di base, insomma, è quello della crescita proporzionale dei casi positivi a fronte delle indagini diagnostiche, anche se rimane il nodo per cui alle stesse condizioni precedenti in alcune regioni la diffusione del contagio sia frenata in maniera decisa, in altre invece si rimanga sui valori costanti, come in Veneto, con dato oscillante su 2/3 mila nuovi positivi al giorno. In altre parole la permanenza in “zona gialla”, sulla base dei parametri adottati dal Governo, un quesito ancora senza risposta. “La storia ci darà ragione – dichiara con forza Zaia al termine del suo primo intervento odierno -“.
TRACCIAMENTO POSITIVI. A dare man forte la dottoressa Francesca Russo, direttrice del dipartimento e Prevenzione. “Certi dati non sono confrontabili perchè raccolti con modalità diverse, non sono standardizzati. Noi come regione abbiamo puntato su un obiettivo unico secondo una strategia mirata: individuare e isolare subito i soggetti positivi, implementando la capacità di fare tamponi molecolari. In Veneto si è deciso di adottare l’indagine con tampone anche ai contatti stretti, anche se asintomatici, ampliando così il bacino da cui andare a trovare i sospetti positivi. In altre regioni no, ad esempio in Lazio, dove hanno optato per il solo isolamento di questa tipologia di contatti. Tutto questo crea discrepanze evidenti sull’effettiva incidenza e di questo l’Istituto Superiore della Sanità è stato informato. E’ necessario standardizzare i dati per darne una lettura in maniera oggettiva”.
“La percentuale reale in Veneto? Il dato percentuale misurato con la somma dei tamponi molecolari e antigenici rapidi è di circa il 13% di riscontri positivi, in leggera flessione. Il trend comincia a scendere su questo aspetto, mentre continua a salire sulle terapie intensive, essendo legate ai ricoveri delle settimane precedenti prima della stabilizzazione. Abbiamo potenziato il contact tracing – precisa la dottoressa -, anche se a fatica, che ora conto su 2,8 addetti ogni 10 mila persone contro un minimo richiesto di 1. Secondo la mia personale valutazione la situazione non è così peggiorata tanto da giustificare il Veneto in zona arancione“.
REPORT COVID VENETO. Il bollettino odierno raccolto da Azienda Zero per la Regione Veneto è paragonabile a quello dei giorni post festivi, con dati da testare nei prossimi giorni. In ogni caso in ribasso i nuovi positivi (2.427 casi riscontrati, ieri circa 700 in più), mentre gli attualmente positivi rimangino sopra le 80 mila unità (81.018). In ospedale i pazienti ricoverati salgono sensibilmente a 3.161 ricoverati (346 in terapia intensiva, tre in più), di cui 2.815 nei reparti non critici. Frena il dato sui decessi, +29 rispetto ai 113 del giorno precedente, per un totale di 4.403 persone morte con correlazione nelle cause del Covid-19. Nelle ultime 24 ore sono stati 71 i dimessi in via di guarigione, ce continueranno le cure e la convalescenza in quarantena.