Il Veneto riparte dopo il Covid: su Pil, consumi, turismo e lavoro
Dopo i mesi di stop causati dalla pandemia il Veneto riparte. A dirlo è il Bollettino socio-economico regionale, che riporta i principali dati congiunturali aggiornati a ottobre 2021. A iniziare dal Pil, il prodotto interno lordo, che dopo la contrazione del 2020 (-9 per cento per il Veneto), è in salita, tanto che le previsioni per il 2021 sono state riviste al rialzo ipotizzando un +5,9 per cento (contro il +5,3 del dato dell’Italia).
Ripartono anche i consumi delle famiglie, che saliranno per il 2021 del 4,2 per cento contro una media nazionale del 3,6. Si prospettano in crescita anche gli investimenti in Veneto, crollati del 9,8 per cento lo scorso anno: per il 2021 la stima è di un +16 per cento a fronte di un dato nazionale di +15,5.
Da segnalare il balzo in avanti dell’export registrato nel primo semestre dell’anno, con un +24,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020, una performance in linea con quella rilevata a livello nazionale. Trainano l’export veneto i settori delle produzioni di metallo, dei macchinari e il comparto moda. I mercati più dinamici nei primi sei mesi dell’anno sono risultati essere quelli di Francia (+982 milioni di euro), Germania (+802 milioni di euro) e USA (+498 milioni di euro).
Vola il mercato del vino: dopo un primo trimestre di incertezza con un dato di export negativo (-6,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020), nel primo semestre dell’anno si riscontra una importante ripresa (+12 per cento rispetto al 1° semestre 2020). Nei primi sei mesi le esportazioni di vino made in veneto arrivano a 1.142 milioni di euro, oltre un terzo del valore delle esportazioni nazionali, superando anche il dato registrato nel 1° semestre 20219 (1.071 milioni di euro), prima della pandemia.
L’estate ha regalato una ripresa del comparto turistico: +38,4 per cento di arrivi e +57,5 per cento di presenze nei primi sette mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia resta ancora sfavorevole il confronto col 2019 (-56 per cento di arrivi e -46,3 per cento di presenze). Sono cresciute le destinazioni balneari (+8 per cento di arrivi a luglio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) grazie alla presenza di turisti italiani (+46 per cento) che compensa il calo degli stranieri (-9,8 per cento). Crescono anche le terme (+7,6 per cento di arrivi a luglio 2021 rispetto a luglio 2020), mentre al lago il numero di turisti pernottanti è tornato a livelli pre-Covid. È raddoppiato a luglio il flusso nelle città d’arte rispetto al 2020, ma è ancora metà di quello pre-pandemia. Nel complesso il bimestre estivo ha registrato quasi 17 milioni di presenze contro i 23 dello steso periodo del 2019 (-28 per cento).
La ripartenza del turismo ha avuto una ricaduta positiva sul mercato del lavoro, che dal secondo semestre ha iniziato a dare segnali di ripresa. I dati di Veneto Lavoro segnalano nei primi otto mesi del 2021 un aumento di assunzioni specie nei settori industria e servizi (rispettivamente +23 per cento e +20 per cento rispetto all’anno precedente). Nel turismo nel periodo maggio-agosto sono state reclutate 65.500 unità contro le 57.900 del 2019. Nel secondo trimestre 2021 in Veneto cresce l’ottimismo: nei primi otto mesi del 2021 ci sono state 343 mila assunzioni (+16% rispetto allo stesso periodo 2020, ma -15% rispetto al dato 20219). Il gap con il periodo pre-pandemico si sta riducendo tanto che da giugno di quest’anno le assunzioni sono maggiori di quelle 2019 (+10% a giugno, +7% a luglio, +5% ad agosto).