Inchiesta Anas, risvolti veneti: bonifici da Gemmo a Verdini jr., che tentò di mettere le mani anche su Cav

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La sede della Gemmo SpA ad Arcugnano

Si allarga anche al Veneto e al Vicentino l’inchiesta sugli appalti Anas, che ha portato agli arresti domiciliari Tommaso Verdini, figlio di Denis Verdini, ex esponente di Forza Italia ora in carcere.

La Procura di Roma avrebbe individuato dieci bonifici per un totale di oltre 50 mila euro, versati fra agosto 2021 e maggio 2022 dalla Gemmo SpA, colosso del settore elettrico (principalmente nel settore delle grandi infrastrutture) con sede ad Arcugnano. Si tratterebbe, secondo quanto riporta il Corriere del Veneto, del prezzo che la società ha pagato alla Inver dei Verdini per aggiudicarsi appalti Anas: con l’ipotesi di turbativa d’asta è finito nel registro degli indagati l’amministratore delegato della Gemmo, Giuseppe Tomarchio. Dagli atti dell’inchiesta emerge anche che i responsabili della società vicentina si lamentavano quando un bando andava male: “Hanno assegnato senza dirci niente”.

Secondo la giudice per le indagini preliminari, gli incarichi di consulenza che giustificherebbero i pagamenti sarebbero fittizi e ci sarebbero le prove che gli imprenditori pagavano il figlio di Denis Verdini per poter vincere gli appalti. Inoltre i funzionari che rispondevano alle richieste di Inver ottenevano promozioni in Anas: un’influenza che dovrà essere accertata attraverso quali canali si sviluppava. “Le ingenti somme sono state versate dai citati imprenditori al solo scopo di poter fruire della capacità di penetrazione in Anas di Verdini”, scrive la Gip nella sua ordinanza.

L’inchiesta
Le ipotesi di reato per le persone indagate nell’inchiesta sono di corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze illecite. I Verdini sono a capo della società di consulenza Inver, che tra le altre cose offre consulenze alle aziende che vogliono ottenere appalti nel settore pubblico. Sono indagati con l’accusa di aver sfruttato le proprie conoscenze in politica per ottenere informazioni sui bandi dai dirigenti di Anas (in cambio di favori e promozioni) e passarle ad alcuni clienti di Inver in modo da favorirli, in cambio di denaro.
Il passaggio di informazioni riservate avrebbe permesso ai clienti di Verdini di presentare offerte migliori dei concorrenti, ai dirigenti di Anas coinvolti di ottenere vantaggi politici e ai Verdini di arricchirsi.
L’indagine va avanti da mesi e riguarda fatti accaduti tra il luglio del 2021 e l’aprile del 2023. Le perquisizioni sono state effettuate a luglio 2022 ed è quindi un anno e mezzo che i Verdini sono a conoscenza di aver avuto gli occhi della guardia di finanza addosso.

Un tratto del Passante di Mestre (foto cavspa.it)

Il tentativo di entrare nelle partecipate venete
Verdini e Pileri avrebbero anche tentato di mettere le mani sulle partecipate del Veneto, regione controllata dalla Lega. In particolare avrebbero tentato di piazzare un loro referente nella Cav (Concessioni Autostradali Venete), la società partecipata da Anas e dalla Regione che gestisce il Passante, il tratto dell’A4 tra Padova e Mestre, il raccordo Marco Polo e la tangenziale di Mestre. “Un bel giocattolino”, come lo hanno chiamato gli indagati negli atti dell’inchiesta.
Dalle carte emerge anche che la Inver (di cui sono soci Tommaso e Denis Verdini, insieme a Fabio Pileri, pure ai domiciliari) ha cercato, senza riuscirsi, in particolare di agganciare il Presidente del Consiglio Regionale del Veneto, il vicentino Roberto Ciambetti, in vista del rinnovo dei vertici Cav.