Infrastrutture, è già corto circuito in Veneto fra Lega e 5Stelle
“I Cinque Stelle ci hanno chiesto di poter ridiscutere con gli amici francesi la Torino-Lione che, a detta loro e di altri, è un progetto vecchio e costoso. Questo si può tranquillamente fare. Però, come ho garantito a Luca Zaia e ad Attilio Fontana in Lombardia, la Pedemontana c’è e ci sarà. Le infrastrutture che servono a vivere meglio in Veneto vanno avanti”. Lo aveva detto sabato a Vicenza Matteo Salvini, segretario federale della Lega e neoministro dell’Interno. Dichiarazioni sulle quali si prospetta un primo rischio di corto circuito fra le due forze al governo, come dimostrano le prese di posizione dei pentastellati veneti e del vicentino Daniele Ferrarin.
“Le grandi opere del Veneto verranno ispezionate dal ministro alle infrastrutture e ai trasporti, Danilo Toninelli, e quindi sottoposte a un’approfondita analisi costi/benefici” sottolineano infatti oggi i parlamentari e i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle del Veneto, che rispondono in questo modo alle polemiche sorte nei giorni scorsi sulle grandi opere in via di costruzione nella regione. “Nel contratto di Governo sottoscritto da Movimento 5 Stelle e Lega c’è scritto chiaramente che tutte le grandi opere devono essere sottoposte a un’analisi costi/benefici – spiegano gli esponenti del Movimento 5 Stelle – chi ha firmato quel documento per conto della Lega lo sa bene, e quindi i leghisti sanno benissimo che anche la Pedemontana e la Tav rientrano in questa analisi. Nella lista figurano inoltre il Mose e le bonifiche di Marghera”.
Sulla stessa linea Daniele Ferrarin, portavoce consigliere comunale uscente del Movimento 5 Stelle di Vicenza: “Il mantenimento della barra dritta sulle grandi opere serve a foraggiare le lobby del cemento e del malaffare che da decenni hanno portato distruzione nel territorio veneto a partire da Mose e Pedemontana. Il consumo del suolo nei nostri territori ha avuto ritmi impressionanti, aree commerciali in ogni dove uccidendo tra l’altro il commercio di vicinato, strade e autostrade inutili. La Lega, anche a Vicenza, rappresenta sempre più gli interessi di affaristi, speculatori seriali, costruttori, immobiliaristi senza scrupoli. Attiva nella vicenda del Tribunale di Vicenza e Borgo Berga, si fa ora portatrice di un rinnovamento che non c’è”.
“Interessante notare – prosegue Ferrarin – come cittadine/i non siano mai stati nominati a proposito del consumo di suolo, questo a dimostrare come il famoso slogan ‘Paroni a casa nostra’ ormai sia stato sacrificato all’altare del governo a tutti i costi. Sottolineo inoltre l’irritualità della presenza di un Ministro della Repubblica che fa campagna elettorale per il suo partito e per quella che era la ex coalizione. Salvini continua a muoversi come se nulla fosse accaduto ed è probabile che la sua campagna non abbia fine fino a quando non deciderà di far cadere il governo appena nominato”.