La Consulta boccia la norma salva-De Luca. Zaia, addio speranze di terzo mandato: “Italia ipocrita”


Per Luca Zaia l’addio definitivo ai sogni di un terzo mandato da presidente della Regione del Veneto arrivano intorno alle 19.45 di questa sera, 9 aprile, con la sentenza della Corte Costituzionale che boccia la legge della Regione Campania che tentava di aggirare il divieto di terzo mandato per i Presidenti di Regione. Accolto quindi il ricorso del governo Meloni, che la Consulta ha ritenuto fondato.
La legge campana è insomma “incostituzionale”: la Consulta, dopo l’udienza di stamane in Corte, a sera ha annunciato la bocciatura della norma che il presidente dem De Luca aveva confezionato – con la legge della Campania 16/2024 dello scorso novembre – per potersi ricandidare alle prossime regionali. Una sentenza che è andata di traverso a Zaia.
Zaia: “Italia paese che vive nell’ipocrisia”
“Siamo di fronte a un Paese che, in alcune delle proprie norme, vive nell’ipocrisia. La sentenza, di natura tecnica, riguarda la Regione Campania. Letta la nota sintetica della Corte Costituzionale, in attesa del testo completo, non posso esimermi da alcune prime considerazioni. Senza entrare nel merito dei tecnicismi della legge campana, la Corte chiarisce che chi ha già ricoperto due mandati consecutivi non può candidarsi per un terzo. Si tratta, appunto, di un rilievo tecnico. C’è però un ulteriore elemento da approfondire. La Corte afferma nella nota che questo principio si applica a tutte le Regioni che si sono dotate di una legge elettorale. A questo punto, la domanda che sorge è: cosa accade nelle Regioni che non l’hanno adottata?”.
“Un altro passaggio rilevante – prosegue Zaia in una nota diffusa in serata – è il richiamo della stessa Corte alla distinzione tra Regioni ordinarie e a statuto speciale. Queste ultime, come viene sottolineato, non sono vincolate al limite dei mandati. È emblematico che proprio oggi la Provincia autonoma di Trento abbia giustamente approvato una norma che consente il terzo mandato. Questo apre una riflessione più ampia, di natura politica: siamo di fronte a un sistema che presenta evidenti contraddizioni e disparità. Il blocco dei mandati, infatti, vale solo per alcune Regioni e solo per alcuni sindaci. Tutte le altre cariche istituzionali nel nostro Paese non sono soggette ad alcun limite di mandato, e vige la totale libertà. Trovo quindi fuori luogo che oggi, nella propria difesa, si sia nuovamente sentito dire, questa volta dall’Avvocatura dello Stato, che ‘il vincolo dei mandati è necessario per porre fine a posizioni di potere’. Mi chiedo se questa affermazione rifletta davvero la realtà, considerando che quasi tutte le altre figure pubbliche possono ricandidarsi liberamente, e che il limite sia posto alle poche cariche legate a un voto diretto, su una fiducia molto chiara da parte degli elettori”.
“Prendiamo atto della sentenza – conclude il governatore veneto, che vorrebbe far slittare comunque le elezioni dopo la fine della legislatura, per poter inaugurare le Olimpiadi invernali 2026 – che approfondiremo nei prossimi giorni. Tuttavia, è evidente che dietro certe posizioni, e dietro la normativa in vigore, si celano motivazioni politiche. Appare come l’unico strumento per impedire ad alcuni candidati di ripresentarsi. Dichiarazioni di questo tipo, inoltre, sono offensive nei confronti dei cittadini, considerati così ‘ingenui’ da votare automaticamente chi è già in carica. Ma la realtà dimostra il contrario: in molte occasioni, sia a livello regionale che comunale, i presidenti uscenti non sono stati confermati. Gli esempi recenti dell’Umbria e della Sardegna lo dimostrano, e potremmo citarne decine di altri nella storia del Paese. È la prova che il tema del potere non ha nulla a che vedere con il limite dei mandati. Utilizzarlo come giustificazione è strumentale e, francamente, inaccettabile. La verità è che siamo davanti a un sistema ipocrita che caratterizza questo Paese”.
Lorenzoni: “Finita la manfrina sui mandati”
“Finalmente la fine della manfrina sui mandati”. Così il consigliere regionale Arturo Lorenzoni dopo la sentenza della Corte Costituzionale: “Si lavori a proporre delle idee nell’interesse dei cittadini, chiunque sia a guidare la Regione. Stiamo subendo una sfida colossale da parte di Trump, e chi guida la Regione pensa alla sua carega: una vergogna”. Quali sono le iniziative per difendere la nostra economia? Come ci muoviamo nel momento della ridefinizione dei rapporti commerciali tra aree economiche? Immobili ad aspettare – osserva ancora Lorenzoni – provando anche a fissare la data delle elezioni in funzione dei propri vantaggi. Basta, non possiamo accettare questa inerzia. Le regole ci sono e vanno rispettate, solo così ci si può concentrare sulle azioni che creano valore”.
De Carlo (FdI): “Agli italiani interessano di più i dazi”
“La bocciatura della legge sul terzo mandato della Campania è una notizia che certo solletica alcuni interessi giornalistici e politici, ma quello che oggi interessa davvero ai veneti, alle nostre imprese e ai nostri cittadini, è lo stop di novanta giorni ai dazi Usa annunciato dal presidente Trump. In questi giorni il Governo si è già attivato, coinvolgendo le associazioni di categoria, per trovare possibili soluzioni alla questione dazi, facendo valere la sua posizione anche in Europa, e credo che questo rinvio per i cittadini veneti e per tutte le realtà economiche della nostra regione sia molto più impattante nella loro vita quotidiana di una sentenza utile più ai toto-nomi delle diverse elezioni regionali che al destino economico, familiare e personale dei campani, dei veneti e degli italiani”: così il senatore Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia, commenta le notizie uscite in serata da Roma e da Washington.
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