La mappa della tragedia sul cavalcavia. Zaia: “Tragedia immane”. Indetti tre giorni di lutto – VIDEO
“Abbiamo avuto l’autorizzazione per indire 3 giorni di lutto regionale“. In tutto il Veneto, dunque, da oggi a venerdì le bandiere saranno a mezz’asta e altre iniziative sono in via di definizione. A renderlo dall’ospedale di Mestre noto è Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, all’indomani del drammatico incidente avvenuto ieri sera, sulla strada regionale 11 in via della Libertà, dove un autobus è precipitato sul suolo a fianco dei binari ferroviari da un’altezza di 15-20 metri. Stava viaggiando sul cavalcavia soprastante e trasportava 35 turisti, oltre al conducente.
Confermato il numero 15 i feriti ricoverati in cinque diversi ospedali del Veneto, un terzo dei quali permangono in pericolo di vita. Buona parte di questi sono minorenni, tra loro una bambina ricoverata nel centro Grandi Ustionati dell’ospedale di Padova, di tre anni, in condizioni critiche. Parenti delle vittime e delle persone ferite stanno giungendo in queste ore in Veneto e le autorità locali si sono attivate subito per offrire loro ospitalità.
Nel dettaglio, la Regione nel pomeriggio di oggi, 4 ottobre, ha specificato che sono ben 10 i feriti ricoverati in reparti ad alta intensità di cura (terapie intensive). 12 feriti sono adulti, 3 sono bambini. In particolare all’ospedale di Mestre sono ricoverati in 5, tre di nazionalità ucraina (due donne e un uomo), un tedesco e una donna in corso di identificazione. A Dolo è in cura una paziente di nazionalità francese, mentre in quello di Mirano c’è un uomo di nazionalità croata. All’ospedale Ca’ Foncello di Treviso sono ricoverati 5 pazienti, fra cui due piccoli austriaci (una bimba di tre anni e il fratellino), uno spagnolo, un austriaco e una donna ucraina. Infine, all’ospedale di Padova sono ricoverate tre persone: una donna spagnola, una bambina ucraina di tre anni e un’altra donna in corso di identificazione. Nella notte è stata trasferita una paziente dall’ospedale di Treviso al centro grandi ustioni di Padova, mentre una donna di cui è ancora in corso l’identificazione è stata trasferita nel pomeriggio di oggi da Mestre a Padova.
Quaranta ambulanze, elisoccorso notturno per trasportare la bimba ustionata d’urgenza nel polo patavino, un dispiegamento di forze tra vigili del fuoco e sanitari e forze dell’ordine che rende l’idea della portata della strage del cavalcavia di Mestre. Unico italiano nella lista dei 21 morti è l’autista 40enne di Vazzola Alberto Rizzotto, originario della Sinistra Piave. Le altre 20 vittime certe corrispondono a nomi di turisti stranieri (francesi, ucraini, spagnoli tedeschi e croati) che alloggiavano quasi tutti al “Hu Venezia Camping Town“, di ritorno da una gita a Venezia. Ha perso la vita una piccola di un solo anno. Una coppia di giovani sposi in luna di miele proveniva dalla Croazia: lei è deceduta, il marito è ricoverato.
I corpi non sono stati ancora identificati. “La magistratura chiarirà le cause – ha detto Zaia in risposta a specifica domanda nel corso della visita all’ospedale di Mestre -, tutto farebbe pensare che possa essere un malore ma è giusto usare il condizionale ed essere prudenti: magistratura e tecnici faranno il loro dovere, siamo in buone mani. So che l’autista era una persona esperta e per bene, e l’autobus elettrico ci risulta un mezzo recente del 2022, va capita la dinamica. Le nostre condoglianze vanno alla famiglia dell’autista trevigiano e a tutte le famiglie coinvolte”. Filmati interni ed esterni al veicolo e le testimonianze dei sopravvissuti saranno indispensabili per chiarire le cause del dramma.
Ad affiancare l’ipotesi del malore alla guida quella di un guasto all’impianto frenante. Il mezzo di trasporto persone avrebbe “strisciato” per qualche decina di metri sul guard-rail di destra, come si vede in un video da postazione fissa sull’area ad alto afflusso di traffico. Una barriera laterale successiva non avrebbe poi sopportato il peso dell’autobus elettrico, piombato al suolo e prendendo fuoco subito dopo: per chi non è stato estratto nei primi attimi il veicolo è diventato una trappola incandescente.