Luci e ombre nella verifica della Corte conti sulla Superstrada Pedemontana Veneta
Ok il closing finanziario, il miglioramento dei flussi finanziari, la definizione dei pagamenti degli espropri e l’accelerazione sui tempi di realizzazione dell’opera, ma serve più vigilanza sui tempi di conclusione dei lavori, va verificata l’attendibiltà nel tempo dei flussi dei veicoli, rendicontati i conti dei pedaggi per le tratte già in esercizio e recuperata l’Iva pagata sul contributo dato alla Sis. Sono questi gli esiti del controllo della Corte dei Conti sulla realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta. Lo ha comunicato la Struttura di Progetto della stessa Spv.
La Sezione Regionale di Controllo per il Veneto della Corte dei Conti ha trasmesso infatti lunedì 21 dicembre la deliberazione (del 14 dicembre) e la relativa relazione in merito alla vigilanza effettuata sulla realizzazione della grande infrastruttura viaria sui cui costi da tempo le forze politiche e non solo si confrontano. Si tratta del referto della Corte per il 2020 sullo stato di avanzamento e di esecuzione dei lavori per la costruzione della Spv, sulla scia della sorveglianza esercitata dalla “Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato”, operato sino al 2019 da Roma, e poi trasmesso alla Sezione regionale per il rientro dell’opera nella gestione della Regione.
Nel dettaglio, come spiega la stessa Struttura di Progetto, la Corte ha riconosciuto chiaramente che con il Terzo Atto Convenzionale si sono realizzati diversi effetti economici/finanziari di vantaggio sul pregresso assetto negoziale, tra i quali l’ottenimento del closing finanziario; la conseguente accelerazione dei tempi di esecuzione; il miglioramento dei saldi finanziari derivanti dal contratto ed il complessivo equilibrio economico-finanziario del parternariato pubblico-privato; la definizione ed il pagamento degli espropri.
Quattro invece nello specifico le raccomandazioni della magistratura contabile.
La prima riguarda una sollecitazione a rafforzare la vigilanza sul rispetto dei tempi di esecuzione dei lavori, in vista dell’avvicinarsi della conclusione, e quindi all’applicazione di eventuali penali per ritardi nell’adempimento contrattuale del concessionario, salvo che non si riscontrino motivazioni a favore dello stesso. “La Struttura di Progetto sta già provvedendo in merito, analizzando da tempo ogni causa di possibile ritardo, attendendo la fine dei lavori per trarre le dovute conclusioni” riporta la nota della Struttura stessa.
Con la seconda la Corte suggerisce alla Regione di adottare ogni possibile forma per verificare l’attendibilità nel tempo delle stime dei flussi di traffico poste alla base del Terzo Atto Convenzionale, anche per poter registrare ogni possibile modifica dei presupposti che possano portare a diversi risultati ed essere pertanto pronti a riconoscere eventuali variazioni nei bilanci di previsione. “Ovviamente si parla sempre di stime – sottolinea il comunicato della Struttura di Progetto – da qui a 39 anni, che si basano su dati la cui raccolta ed elaborazione non è codificata da alcun atto normativo, nemmeno di indirizzo, o autorità di validazione o vigilanza, ed i risultati sono pertanto lasciati alla sola perizia di professionisti del settore”.
La Corte dei Conti, per quel che riguarda i flussi (e quindi i previsti introiti) richiama l’attenzione della Regione su alcuni fatti noti da tempo, “su cui – afferma la Struttura di Progetto – si è già intervenuti al fine di adottare tutte le strategie utili per prevenire, risolvere o attenuare gli effetti”. Si tratta in primo luogo dello sfasamento temporale tra il completamento dell Pedemontana e il suo innesto sulla A4, progetto quest’ultimo gestito direttamente dalla società autostradale Brescia-Padova, “che la Regione, dopo essersi candidata ad eseguire direttamente, purtroppo con esito negativo, sta monitorando direttamente con il Ministero delle Infrastrutture, A4 ed Rete Ferroviaria Italiana” al fine di contenere al minimo il ritardo. Un secondo fattore concerne la classificazione a superstrada (quindi con velocità massima di percorrenza di 110 km/ora), su cui “la Regione ha già interlocuzioni con il Ministero per individuare il procedimento per rendere l’infrastruttura omogenea con tutte le autostrade interconnesse, a 130 km/ora”. Ancora, sul piatto rimane il tema della verifica della completezza delle opere complementari di adduzione dei flussi di traffico alla Spv: su questo, “la Regione ha già commissionato uno studio per rilevare eventuali problematiche, che ad oggi, anche per la capillarità della viabilità derivante dal numero elevato di caselli, non appare preoccupante”.
La terza e la quarta raccomandazione della Corte dei Conti riguardano infine quelli che la Struttura definisce “adempimenti amministrativi, peraltro già avviati dalla Regione” ma che non sono di poco conto: la rendicontazione del conto dei pedaggi per le tratte già in esercizio (il cui traffico è ancora molto ridotto) e il recupero dell’Iva pagata sul contributo elargito dal Commissario al Concessionario (consorzio Sis)e successivamente versata all’Agenzia delle Entrate.